Monti andrà al tappeto e trascinerà con sé la Merkel (parola della stampa estera)

21 Feb 2013 19:09 - di Francesco Signoretta

Si scrive Monti e si legge Merkel. Ed è per questo che ora la coppia scoppia (di paura). Perché il voto rischia di travolgere tutti e due: sembrano destinati a uscirne con le ossa rotte, sbeffeggiati proprio da quegli italiani sottoposti, per più di un anno, a un terrorismo psicologico senza precedenti (“o paghi le tasse o finisci sul lastrico”) e costretti a sopportare il flirt tra il Professore e la Cancelliera, i loro sorrisetti, i loro abbracci, le loro foto-ricordo. Le ultime analisi della stampa estera – quella che quando parlava contro Berlusconi era considerata la Bibbia e adesso che parla contro centristi e sinistra è irrilevante – sottolineano che a tremare non è solo il leader del “centrino”, già al tramonto, ma anche la lady di ferro tedesca. «Berlino non si intromette ma Roma potrebbe bruciare», ha scritto il Wall Street Journal, in un commento del corrispondente italiano pubblicato sulla versione online. Citando l’analista economico Anatole Kaletsky, si osserva che «se Monti risultasse umiliato, il voto sarebbe visto come una pericolosa sconfitta per l’intero establishment politico Ue e per l’approccio tedesco alla crisi dell’euro». Secondo il foglio economico statunitense, «le elezioni potrebbero essere paradossalmente più disturbanti per il resto d’Europa che per l’Italia stessa» dove tuttavia Monti «è ampiamente visto come un punto di riferimento della Germania, non solo per l’austerity odiata dagli italiani» e, stando ai sondaggi, «non dovrebbe ricevere un’accoglienza da eroe» dalle urne. Ma se – sottolinea il Wsj riportando l’analisi di Kaletsky –all’indomani del voto, «l’Italia decidesse di aver fatto abbastanza con le riforme» del governo Monti, la Merkel «potrebbe affrontare un terribile dilemma: sostenere un’amministrazione romana che balla la propria musica o lasciare che l’euro deflagri, scelta che pone la cancelliera nel rischio di essere la più grande sconfitta del voto italiano». Stesso destino, quindi, per Monti e per la Merkel. Con una differenza; il Professore sa di andare incontro a un kappaò storico, è nervoso, non gli sono serviti a nulla i cambi di strategia, il cagnolino, la moglie, i pasticcini e i pezzi di pizza. Fa lo spavaldo ma è rassegnato. La Merkel vuole evitare l’umiliazione per interposta persona. Manca poco, troppo poco per recuperare. E gli elettori sanno che chi vota Monti… vota la Merkel.

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