Moretti ora tira la volata alle stesse facce che nel 2002 aveva svergognato in piazza Navona
Febbraio 2002, Piazza Navona. Febbraio 2013, Ambra Jovinelli. In più di dieci anni la sinistra deve essere cambiata davvero se nella partita finale prima del black out il “fuoriclasse“ Moretti, il regista simbolo della sinistra, ha voluto essere della partita del Pd mettendo la sua faccia alla squadra del centrosinistra. La presenza di Nanni Moretti al fianco di Pier Luigi Bersani e Nicola Zingaretti nel teatro romano è stata la sorpresa tattica verso la volata finale vincente. Nanni Moretti, da anni sparito dalle manifestazioni, l’uomo che ha vaticinato nelle sue pellicole il disfacimento antropologico dei “compagni”, ora si converte e dice «si può vincere». Nel 2002 a Piazza Navona, un Moretti avvilito sosteneva «con questi dirigenti non vinceremo mai». L’uomo che chiedeva disperatamente di «dire qualcosa di sinistra» ora con una classe dirigente rimasta la medesima dice che va bene, che va bene così. Nel 2002 Bersani aveva già ricoperto, dal ’96 al ’99, la carica di Ministro dell’Industria e del Commercio; dal ’99 al 2001 quella di ministro dei Trasporti. Ancora, dal 2006 al 2008 il leader del Pd ha guidato il dicastero dello Sviluppo economico nel Prodi II e nel 2007 dello Sviluppo economico. Dal 1998 al 1999 è stato Massimo D’Alema a Palazzo Chigi e a “bissare” dal ’99 al 2000. Dal ’96 al 2000 Rosy Bindi è stata ministro della Sanità. Anna Finocchiaro, attuale capogruppo della pattuglia Pd al Senato è stata ministro delle Pari Opportunità nel governo Prodi I. E lo stesso Romano Prodi, “tradito dai suoi” ( lo ricordava lui stesso da Mosca un giorno fa) è in pole position per la corsa al Colle. Insomma, stesse facce, oggi come ieri. Con che cuore Moretti, il rottamatore di «Palombella rossa» ora li riabbraccia tutti? Eppure, «nonostante lo spot “smacchiamo il giaguaro” sono qui perché voto Pd», esordisce, «è da almeno 40 anni che nei film e nella vita reale» critica «gli amici» ma «c’è un tempo in cui bisogna criticare i propri avversari politici perché non è vero che destra e sinistra sono uguali». Il tempo a cui si riferisce il regista sono evidentemente è quello dei fatti gravissimi legati al Monte dei Paschi di Siena, è il tempo dei Penati e dei Lusi. Già , tempi di rigenerazione… Anche Moretti preferisce i dogmi, gli atti di fede, la sinistra superiore. A prescindere. Gli basta la speranza che «lunedì – aggiunge – potremo festeggiare la liberazione di 60 milioni di persone, ostaggio degli interessi di uno solo». Lui, naturalmente, l’ossessione Berlusconi. E nella parte finale dell’intervento, con un’Italia a pezzi e le famiglie disperate, chiede finalemente qualcosa di sinistra… «se dovessimo vincere questa volta, fatela una legge sul conflitto di interessi». Gli italiani non aspettano altro. Forse non si rende conto che l’unica novità è probabilmente, tristemente (per lui), proprio il giaguaro da smacchiare…