Requisitoria choc al processo Ruby: «Sette anni per Mora, Fede e la Minetti». Il Pdl: «È fantascienza»
«La fantasia dell’accusa appare davvero senza confini e si spinge ad una patologia giuridica che non può che destare indignazione e preoccupazione. Sono certo che la forza della verità dimostrerà la totale infondatezza di tali incredibili ed inaccettabili ricostruzioni». Così Silvio Berlusconi dopo la requisitoria dei Pm milanesi nell’ambito del processo Ruby dove è stata chiesta la condanna a sette anni per Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti. Secondo il pm Antonio Sangermano le ragazze entrate nel «complesso sistema prostitutivo» delle serate di Arcore erano «assatanate di soldi» e «volevano ottenere vantaggi economici e di carriera ed erano disponibili a fare sesso a pagamento». Per Sangermano «il bunga bunga non è il parto della torbida mente degli inquirenti, ma un contesto dell’ attività di prostituzione». In questo contesto Fede e Mora, nel selezionare le ragazze da «immettere nel circuito prostitutivo delle serate di Arcore» erano come «assaggiatori di vini pregiati». Mentre la Minetti non ebbe solo un ruolo di «intermediazione», ma partecipò alle feste di Arcore «compiendo anche atti sessuali retribuiti».
«Un pessimo romanzo di fantascienza. Una ricostruzione proditoria, totalmente opposta alla verità emersa dal processo». Nelle parole del presidente dei senatori del Pdl, Renato Schifani è racchiuso lo stupore del centrodestra. E Maurizio Gasparri chiede: «Fino a quando a Milano si abuserà della pazienza altrui continuando a denigrare Silvio Berlusconi con requisitorie di inaudita violenza?». Per il vicepresidente del Senato «quanto avviene con ritmi sempre più frenetici in una grandinata di processi è davvero intollerabile. I toni e i temi affrontati ci lasciano indignati». Mentre Fabrizio Cicchitto ricorda che tutta la requisitoria «è fondata su un’operazione di spionaggio dal buco della serratura» e «per fare questa operazione sono state fatte 150mila intercettazioni e si è messo all’opera un apparato militar poliziesco non usato nemmeno per perseguire l’attacco della ‘ndrangheta alla città di Milano e provincia». La sentenza per Mora, Fede e Minetti è attesa per il 13 luglio. Il tribunale ha infatti fissato in quella data l’ultima udienza del processo, quella cioé riservata per le eventuali repliche e la camera di consiglio.