“Genitore 1 e 2”? Anche gli studenti dicono no, la sinistra se ne faccia una ragione

15 Gen 2014 18:56 - di Antonio La Caria

La parola ai giovani. La sinistra si è illusa di vivere ancora negli anni Settanta, con i “collettivi rossi” che manipolavano le masse studentesche in nome di un non meglio identificato anticonformismo. Bastava una parola d’ordine e tutti a diffondere il Verbo, senza neppure porsi il problema se fosse giusto o sbagliato. E ancora oggi, in molte occasioni, c’è stato il tentativo di mettere le mani sul mondo scolastico, facendo infiltrare nelle manifestazioni i militanti dei centri sociali o ricreando quella figura-totem del responsabile d’istituto capace di orientare il pensiero degli studenti. L’importante era dare l’idea dell’essere alternativi, figli di una modernità dai contorni fumosi, dire qualcosa di diverso dalla logica borghese, anche se è una logica che non esiste praticamente più. Ma le idee scarseggiano. Cosa c’era di meglio che frantumare l’idea della famiglia classica, dei “matusa”? Ma i tempi sono cambiati e nessuno è disposto a farsi prendere per i fondelli. Ed ecco che la grande innovazione di alcuni esponenti del governo Letta e della sinistra è stata respinta al mittente: la dicitura “Genitore 1” e “Genitore 2”, in luogo di padre e madre? Ma non scherziamo. Il 47% dei ragazzi – secondo quanto emerso da un sondaggio on line condotto dal portale Universinet.it attraverso un breve questionario a cui hanno risposto oltre duemila studenti –  si è detto contrario a cambiare la dicitura sui moduli scolastici. Una percentuale quasi doppia rispetto a un misero 28% che invece vede con favore questa nuova formula. C’è poi un 20% degli intervistati che considera il tutto un falso problema. «Se proprio dovete – commenta il direttore di Universinet.it, Renato Reggiani – lasciate solo la parola genitore, senza quei numeri che offendono prima di tutto la nostra ragione».  E se si dovesse ritenere di cambiare comunque, nonostante le perplessità dei più, allora – suggerisce Reggiani –   scriviamo «persone responsabili», come hanno fatto in Belgio. «O – si domanda – questa parola antica “responsabilità” spaventa troppi nel 2014?». Una domanda probabilmente fondata, perché, da che mondo e mondo, responsabili dei figli sono il padre e la madre, e non il “genitore 1″ o il “genitore 2″. La sinistra se ne faccia una ragione.

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