Una bomba contro CasaPound Trento. L’associazione: «Metodi mafiosi che non ci intimidiscono»
Ha divelto la saracinesca di ferro, distrutto una vetrata e fatto saltare un pezzo di muro la bomba che è stata fatta esplodere nella notte davanti alla sede di CasaPound Italia di Trento, lo “spazio libero Baluardo”. L’attentato è avvenuto intorno alle tre e, grazie anche all’orario, non ha provocato feriti. L’esplosione
è stata sentita da tutti gli abitanti della zona e da una pattuglia della polizia che passava lì vicino e che, quindi, è intervenuta immediatamente. Sul posto sono stati trovati alcuni resti dell’ordigno, che nella deflagrazione sono arrivati fino alla strada. Ora le indagini sono affidate alla Digos e tra le piste c’è quella anarchica. «Non sarà certo una bomba a fermare la nostra attività politica e culturale», ha commentato il responsabile trentino di Cpi, Filippo Castaldini, aggiungendo di aspettarsi «un’assunzione di responsabilità da parte di chi tutela e legittima azioni di questo calibro». Non ci sono «solo gli artefici materiali del gesto, ma anche chi li aizza e fomenta il clima di tensione», ha sottolineato. Quello della notte scorsa non è il primo attacco al Baluardo, inaugurato a novembre, appena quattro mesi fa: nella notte tra il 9 e il 10 febbraio, alla vigilia del Giorno del ricordo delle vittime delle foibe, per il quale Cpi aveva organizzato una fiaccolata, la sede era stata vandalizzata con una scritta a bomboletta, “Nessuno spazio al fascismo”, e sporcata con cumuli di immondizia lasciati davanti alla porta d’ingresso. Soprattutto, la bomba trentina non è la prima esplosa contro CasaPound. Meno di un anno fa, nell’agosto del 2013, un ordigno rudimentale fu fatto esplodere nei pressi della sede di Parma. L’anno prima era stata lanciata una molotov contro la sede bolognese, che poi nel 2013 fu oggetto di un altro attentato incendiario in cui si rischiò la tragedia: all’interno della sede c’erano sei militanti, fra i quali una ragazza incinta. Nel 2011, poi, si registrò un altro episodio molto grave: una bomba carta fu piazzata non davanti a una sede politica, ma sotto la casa in cui un responsabile dell’organizzazione viveva con la propria famiglia, composta anche da fratelli piccoli. E questo solo per citare i casi che hanno avuto maggiore risalto mediatico. CasaPound Trento comunque ribadisce che «il Baluardo non rimarrà chiuso». «Anzi domenica verrà organizzata una cena, a cui ci auguriamo intervengano tutti i cittadini che rifiutano queste logiche mafiose per dimostrare che i metodi intimidatori non ci scalfiscono», ha detto Castaldini. Il movimento ha già iniziato a divulgare l’evento sul web. «Cena Sociale. Prezzi Bomba!», si legge sulla locandina, che come sfondo ha un’immagine di Fantozzi che mangia e fra i commenti frasi come «una risata vi seppellirà» e «risposte intelligenti ai bombaroli più dementi».