Vietato imitare la Boschi? La Boldrini accusa anche la satira di “sessismo”
Vietata la satira sulla fascinosa Elena Boschi. Chi tocca la ministra delle Riforme e dei rapporti con il Parlamento, renziana doc, deve vedersela con la terza carica dello Stato. Dai mocrofoni di Otto e mezzo, infatti, Laura Boldrini ha accusato di sessismo Virginia Raffaele per l’imitazione della Boschi a Ballarò, che ha spopolato sulla rete ma ha fatto indignare la sinistra, fino a decidere di tirare in ballo la presidente della Rai. «Mi è dispiaciuto vedere quella satira – ha detto la Boldrini – ci sono tanti modi di fare satira, ma quando si cede al sessismo diventa altro». Dove sarebbe la discriminazione di genere, l’attacco volgare della brava attrice comica? Nello sguardo languido prestato alla ministra per evitare di rispondere alle domande più difficili? Nella chioma al vento e la riproposizione del tailleurs blu un po’ strizzato sfoggiato il giorno del giuramento da ministra? Il democrat Michele Anzaldi scrivendo a viale Mazzini definisce inopportuno che un ministro che finora ha dimostrato preparazione e capacità sia ritratta «come una scaltra ammaliatrice che conta solo sul suo essere affascinante». Lo sketch della copertina di Ballarò con il quale si è misurata l’imitatrice, che lo scorso anno aveva messo alla berlina Francesca Pascale, in versione napoletana tutta babà e caffè, è diventato un caso politico. Un polverone dal quale la stessa ministra ha preso subito le distanze con ironia, quasi imbarazzata dalla difesa ideologica dei colleghi maschi. «È un’imitatrice straordinaria. A me piace molto. Ci ho riso sopra», ha smorzato i toni via Twitter la bella e intelligente Maria Elena.