Il 50% degli studenti italiani ignora il Muro di Berlino. Non è un caso
La caduta del Muro di Berlino, uno dei più importanti avvenimenti del secolo scorso, è sconosciuto alla maggior parte dei giovani italiani. Nei libri di storia c’è solo un accenno e i programmi scolastici non si spingono fino a quella data. Peraltro i professori di sinistra non ne parlano: è un’altra pagina di storia che vorrebbero cancellare perché riguarda il comunismo. E i risultati sono preoccupanti. Come dimostra il sondaggio di Skuola.net su un migliaio di studenti per il 55% di loro, il 9 novembre è la ricorrenza della caduta del Muro di Berlino.
Errori storici
Quasi uno su due, dunque, non sa che cosa sia accaduto venticinque anni fa. O, meglio, crede nel 16% dei casi che sia avvenuta la strage di Bologna. E ancora: per il 7% ricade il trattato di Maastricht e per il 6% l’assassinio di Aldo Moro. Date a parte, poco più di otto ragazzi su dieci assicurano di sapere che cosa rappresenti la caduta del Muro di Berlino a fronte di un restante 19% che ammette di non saperne nulla.
La scuola non ne parla
Il motivo di tanta impreparazione sta nel fatto che dell’argomento non se ne parla in maniera approfondita a scuola: quasi quattro ragazzi su dieci hanno studiato la caduta del Muro di Berlino durante l’ora di storia, tre su dieci ne hanno parlato a scuola ma devono ancora studiarlo. E poi c’è uno studente su tre che non ha mai sentito parlare dell’argomento in classe. Per uno studente su due, correttamente, la caduta del Muro di Berlino rappresenta la fine della Guerra Fredda. Per il 38% degli intervistati invece ha restituito la libertà ai berlinesi e per il 6% l’importanza della caduta del Muro sta nell’aver interrotto l’uccisione di quanti cercavano di attraversarlo.
Programmi scolastici carenti
Il motivo del perché gli studenti italiani non hanno le idee chiare su argomenti tanto importanti della storia del 900, è dovuto al fatto che non riescono ad arrivarci con i programmi scolastici. A ridosso degli ultimi esami di maturità, Skuola.net ha chiesto ai maturandi dove fossero arrivati con il programma: il 25% non aveva terminato il programma e tra questi il 10% era fermo tra le due guerre mondiali mentre il 15% non era arrivato neanche alla prima guerra mondiale.