Latorre e Girone, appello alla liberazione della Sinagoga di Roma

24 Dic 2014 10:02 - di Antonella Ambrosioni

La Comunità ebraica si mobilita. Un modo semplice, ma efficace di far sentire la propria vicinanza al dramma umano dei nostri marò. Una gigantografia dei fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone campeggia sulla cancellata della sinagoga di Roma. E contestualmente viene lanciata anche la campagna #bringbackourmarò (riportiamo a casa i marò), per accrescere l’attenzione sulla vicenda. Le immagini davanti al Tempio Maggiore sono  accanto a quella di un soldato israeliano rapito da Hezbollah in Libano.

“Noi continueremo a pregare”

È la prima volta che vengono esposte immagini di persone non di religione ebraica davanti alla sinagoga di Roma. «La sorte dei due marò è oggi una questione umanitaria che ha bisogno del sostegno di tutti – ha commentato il presidente della Comunità Ebraica di Roma, Riccardo Pacifici – Riteniamo necessario compiere ogni iniziativa possibile per riportarli a casa dalle loro famiglie. Latorre e Girone non possono e non devono essere lasciati soli. Ci stiamo mobilitando sui social network», ha aggiunto Pacifici – sensibilizzando quante più persone e organismi possibili, anche in campo internazionale. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e i suoi ministri, in queste ore stanno lavorando al meglio per trovare una soluzione e riportarli tutti e due in Italia. Speriamo che questa lunga attesa finisca al più presto. Noi continueremo a pregare e a mobilitarci».

Il terzo Natale amaro

Le preghiere, il sostegno e la mobilitazione della Comuità ebraica di Roma sono un conforto importate in un momento in cui nonostante le promesse del governo, il regalo più atteso, la serenità, non arriverà neanche quest’anno nelle case dei due fucilieri. I militari della Brigata San Marco vivranno il terzo Natale consecutivo con l’inquietudine di non conoscere le sorti di una incredibile vicenda giudiziaria che li vede coinvoltidal  febbraio del 2012.

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