Terni, genitori atei contro la recita di Natale. Che però si farà lo stesso…
I genitori sono atei e non vogliono che il figlioletto partecipi alla recita natalizia. La scuola annulla l’evento e la vicenda finisce in Parlamento. Il caso si è creato nella scuola dell’infanzia Falcone-Borsellino di Terni dove la dirigente scolastica ha stabilito di annullare la recita in chiesa, “a causa dell’esposto presentato dalla famiglia non credente di un alunno”.
Laffranco (FI) annuncia un’interrogazione
L’onorevole Pietro Laffranco di Forza Italia ha fatto sapere che intende chiedere lumi al ministro dell’Istruzione. “Tra poco – sostiene il parlamentare – dovremo chiedere il permesso agli stranieri pure per partecipare alla Santa Messa di Natale. Chi viene nel nostro Paese deve imparare a rispettare la nostra cultura e le nostre tradizioni, mentre certi atteggiamenti supini delle istituzioni rischiano di creare assurde situazioni in cui sparute minoranze riescono a imporre logiche di veto alla stragrande maggioranza delle famiglie italiane. Nel caso specifico poi – conclude Laffranco – la vicenda non aveva neppure una connotazione religiosa ma solo logistica visto che la chiesa in questione era l’unico luogo idoneo alla recita e sicuro per i partecipanti”. Sulla questione interviene anche il capogruppo regionale di Forza Italia, Raffaele Nevi, che giudica di “inaudita gravità” la decisione, chiedendo l’intervento della Regione. A suo avviso la scelta della dirigente scolastica “mostra una sconcertante debolezza culturale e finisce per determinare un razzismo al contrario”.
Non più recita in chiesa ma nei locali del Comune
Alla fine la recita si farà in alcuni locali messi a disposizione dal Comune che ha concesso anche il trasporto scolastico, pure per la giornata delle prove. “Ci siamo messi a disposizione – spiega l’assessore alla Scuola, Carla Riccardi – per trovare una soluzione che tenga conto delle esigenze di tutti e che soprattutto permetta di svolgere questa attività che rientra pienamente nel lavoro curriculare. Mi sembra che ci siano tutti i presupposti per permettere a tutti di partecipare ed assistere in grande serenità a una manifestazione che vuole essere un messaggio di pace, tolleranza e fraternità e che soprattutto vede protagonisti bambini di pochissimi anni”. Nei giorni scorsi i genitori del bambino, italiani, avevano inviato una lettera di protesta alla scuola, minacciando di rivolgersi ad un avvocato se non si fosse trovato un luogo dove svolgere la recita diverso da quello di culto. “E’ da anni che utilizziamo quella chiesa – spiega la vicepreside della Falcone-Borsellino, Antonella Alunni – perché qui a scuola non abbiamo spazi idonei per ospitare gli alunni e i genitori di tre sezioni. In questo istituto sono iscritti anche bambini di altre religioni, ma finora non c’erano mai stati problemi del genere”. La protesta dei due genitori aveva innescato la reazione delle mamme e dei papà degli altri bambini che, a loro volta si sentivano discriminati e avevano deciso di organizzare autonomamente, per il 20 dicembre, la recita in chiesa.