Magalli sbanca le “Quirinarie” di Travaglio ma viene “purgato”
No, non è uno scherzo: Giancarlo Magalli al Quirinale sarebbe stata la soluzione più gradita agli elettori del “Fatto”, più di Rodotà, meglio di Zagrebelsky, molto più di Imposimato. Ma quel nome, cresciuto inesorabilmente nel sondaggio lanciato da Padellaro e Travaglio con le “Quirinarie”, nell’ultima giornata della consultazione on line ha riscosso un successo non previsto, archiviato dal giornale come una boutade virale e provocatoria” e quindi depennata. Una purga staliniana? Non esageriamo, al massimo una dolce euchessina…
A Magalli il doppio dei voti di Rodotà
Un po’ di numeri, per capirci. Nel primo turno delle Quirinarie del “Fatto” in tutto sono stati espressi 61.147 preferenze, con due classifiche distinte classifiche: quelli “degni” e quelli “della casta“. Nella prima graduatoria 17.367 voti sono andati a Stefano Rodotà, seguito da Imposimato con 7.833 voti, quindi Gustavo Zagrebelsky con 3.988, più staccato Romano Prodi con 3.812. Ah, fino a qualche giorno fa c’era anche Marco Travaglio in classifica, poi scomparso, in questo caso per incompatibilità dichiarata tra i giornalisti del “Fatto” e l’erto Colle. Nella classifica dei candidati della casta, invece, capeggia Anna Finocchiaro, seguita, udite udite, da Gianni Letta. E Magalli? L’articolo del “Fatto” lo considera un candidato “non reale” e a commento del sondaggio si spiega che “ha vinto Stefano Rodotà, anche se ieri, con qualcosa che appare molto come una boutade virale e eprocvocatoria di Internet, è stato Giancarlo Magalli il più votato…”. Di quei 7.316 voti ricevuti in un solo giorno, il doppio di quelli di Rodotà, non c’è traccia nella classifica generale. Vedremo nei prossimi giorni se al ballottaggio gli sarà consentito di partecipare o se verrà cancellato nel nome della “boutade” perché non gradito ai vertici del giornale.