Sanremo, Carlo Conti disintegra Fazio. Ma pecca di piaggeria per Renzi

11 Feb 2015 13:05 - di Girolamo Fragalà

Qualche scivolone c’è stato,  poco coraggio, troppa piaggeria nei confronti di Renzi, solo sfiorato delicatamente da qualche battutina. Ma almeno, a differenza delle ultime edizioni, Carlo Conti ha avuto la capacità di riportare le canzoni al centro del Festival di Sanremo e questo non è poco. Occorreva cancellare Fabio Fazio, far dimenticare le sue performance (negative), il suo tentativo di fare propaganda politica con il sorrisetto ironico. Occorreva anche recuperare negli ascolti, crollati proprio nella stagione di Fazio.

 Il nuovo Sanremo cancella Fabio Fazio

Così è stato. Il Festival di Conti ha disintegrato il Festival di Fazio contro cui – lo ricordiamo – ci fu un boicottaggio del popolo del web. La prima serata ha superato il 49 per cento di share (49.34% per l’esattezza), in forte crescita sul 2014. In media gli spettatori sono stati 11 milioni 767mila. Il distacco inflitto a Fazio è notevole: quasi un milione di spettatori e circa quattro punti di share rispetto alla media della prima serata del 2014. Il primo a dare i numeri è stato il direttore di RaiUno, Giancarlo Leone, con un tweet. La prima parte – dalle 21.14 alle 23.56 – ha fatto registrare 13 milioni 210mila (share del 49%). La seconda parte è stata vista da 6 milioni 488mila spettatori con uno share del 52.02 per cento. Il picco di ascolto è stato di 15 milioni 678 mila spettatori alle 21.45.

Le trovate acchiappa-ascolti di Carlo Conti

Due le trovate acchiappa-ascolti. La prima: far esibire Tiziano Ferro, l’artista italiano che ha conquistato l’Europa e che registra sempre record di vendite. Per lui una standing ovation meritatissima, avendo presentato brani di alto livello, brani che sono già entrati nella storia della musica italiana. La seconda: portare sul palco Al Bano e Romina, un mix tra gossip e tradizione. Per loro altra standing ovation e ascolti assicurati.

I punti deboli: la piaggeria nei confronti di Renzi

Fortunatamente non è stato necessario impallinare Berlusconi. Negli ultimi anni c’è stata la gara a chi saliva sul palcoscenico di Sanremo per ironizzare (e spesso insultare) il Cavaliere, sia quando era al governo sia quando era all’opposizione. Una ripetitività ossessiva che aveva stancato e che aveva causato anche proteste in sala. Stavolta poca politica e questo è positivo. Ma la poca politica è servita per fare satira non sul governo (Renzi è stato solo sfiorato) ma su Salvini. E questa la dice lunga sulla piaggeria di “mister x”.

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