Laura Boldrini e il Pd: «Mettetevelo in testa, i rom non sono un problema»

8 Apr 2015 14:07 - di Francesco Signoretta

Basta dire che i rom devono avere gli stessi diritti ma soprattutto gli stessi doveri degli italiani per essere messo davanti a un plotone di esecuzione formato dagli esponenti del Pd, da Laura Boldrini e dalle anime buone della sinistra. Basta dire che i campi rom non esistono in quasi nessuna parte d’Europa e che – un po’ pittorescamente – devono essere rasi al suolo per ritrovarsi sulle spalle l’accusa di essere intollerante. E il primo a finire impiccato è Matteo Salvini, seguito a ruota da tutti gli esponenti del centrodestra che hanno condotto le battaglie denunciando i reati commessi dai nomadi.

 Laura Boldrini dà i numeri: i rom sono solo 160mila

La Boldrini spara a zero: «I rom in Italia sono circa 160mila, di cui la metà sono italiani e quindi non possono rappresentare un problema». Già, per la Boldrini non sono un problema, per chi vive nelle città sì. E quei residenti che si trovano a stretto contatto con un campo rom e che protestano non possono essere considerati volgari razzisti. Poi arriva la fucilata di Edoardo Patriarca, deputato del Pd. Parlare sui rom, dice, è  «qualunquismo da quattro soldi». E aggiunge: «Diamo una seria alternativa ai nomadi e si vedrà che non ci sarà bisogno di buttare giù alcunché». Per Patriarca, però, sembra che sia tutta colpa di Salvini che – secondo quanto dice il deputato Pd – deve periodicamente trovare un nemico, e questa volta lo trova nei Rom e nei Sinti.

A mettersi in mostra è sempre il Pd

Un altro pronto a fare il giustiziere è Khalid Chaouki (Pd): «La sterile e ridicola propaganda di Salvini – sostiene – non hanno certo contribuito a risolvere un problema che ormai si trascina da anni. Alzare i toni e alimentare un clima di odio e intolleranza serve solo a nascondere le colpe dei veri responsabili». Qualcuno dovrebbe chiedergli com’è potuto accadere che alle primarie del Pd c’erano tanti nomadi in fila per votare. Un caso? La risposta è fin troppo facile.

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