Sei contro il gender? Il ministro non ti riceve. Pure se raccogli 180mila firme
Non c’è spazio per le onlus Pro-Life e per la voce delle famiglie nell’agenda del ministro dell’Istruzione Stefania Giannini. In due mesi hanno racconto oltre 180mila firme e l’adesione di 40 associazioni per chiedere che nelle scuole non venga promossa l’ideologia gender e vengano piuttosto promossi programmi per l’educazione affettiva. Nonostante diversi tentativi, però, i pro-life non sono riusciti a fissare un incontro col ministro e così hanno deciso di rivolgersi al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nella «speranza che la richiesta di così tanti cittadini non venga ignorata dalle Istituzioni».
Le firme contro il gender consegnate al Quirinale
Le firme sono state consegnate al Quirinale in questi giorni, accompagnate da una lettera al Capo dello Stato in cui si auspica che voglia «intervenire, con la sua autorità giuridica e morale, presso gli organi competenti, affinché vengano presi i provvedimenti idonei». Ovvero, per dirla con il titolo della petizione, affinché in Italia si possa costruire «una scuola che insegna e non indottrina». Le associazioni e i quasi 200mila cittadini che ne hanno sostenuto l’iniziativa chiedono che «venga rispettato il ruolo della famiglia nell’educazione all’affettività e alla sessualità e la sua definizione costituzionale di “famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”». Inoltre, chiedono che «si educhi a riconoscere il valore e la bellezza della differenza sessuale e si educhi al rispetto del corpo altrui e al rispetto dei tempi della propria maturazione sessuale e affettiva».
Le associazioni non si danno per vinte
Richieste maturate alla luce di quanto sta accadendo nelle scuole italiane di ogni ordine e grado, asili compresi, dove «l’infiltrazione sempre più pensate dell’ideologia gender» sta creando grande allarme, perché si configura come «una vera e propria emergenza educativa». «Siamo contenti della sensibilità del Presidente Mattarella verso i temi della famiglia, ma è triste osservare – ha commentato il presidente di Pro Vita Onlus, Toni Brandi – che ci sono voluti due mesi per raccogliere quasi duecentomila firme e più di due mesi per non ottenere un incontro con il ministro Giannini, che l’anno scorso aveva promesso che le associazioni dei genitori sarebbero state consultate e che le linee guida dell’Unar sarebbero state riscritte». Ma i promotori dell’iniziativa non si danno per vinti e annunciano che nei prossimi giorni tenteranno nuovamente di consegnare le firme al ministro dell’Istruzione e, con lei, al premier Matteo Renzi.