Sì della Camera alla manovra. Renzi si fa bello con la “carta famiglia”
La Camera ha dato il via libera nella notte alla Legge di stabilità, dopo una seduta estenuante di votazioni a raffica. Il sì dell’aula è arrivato senza voto di fiducia, con 291 sì e 68 no. Il provvedimento è arrivato a 35,4 miliardi, con gli interventi per sicurezza e cultura dopo gli attentati di Parigi. Per le mamme arriva la proroga del voucher pannolino. Per i neo-papà il raddoppio del mini-congedo parentale. Ai nonni over75 sale la no-tax area e ai nipotini 18enni arriva la card con 500 euro da spendere anche in concerti. Restano l’addio alla Tasi prima-casa che vale 3,7 miliardi, gli sgravi per le assunzioni, il superammortamento sugli investimenti delle imprese. Scompare dalla manovra il ventilato calo dell’Ires, l’imposta sui redditi delle società, già nel 2016. Fra le ultime modifiche introdotte, la “carta famiglia” per chi ha almeno 3 figli minori, per ottenere sconti su servizi privati e pubblici. Si tratta di una mossa a sorpresa, voluta da Renzi per tentare un recupero d’immagine dopo lo scandalo delle banche e mostrare un volto più sociale e disponibile verso chi ha bisogno. Ma il provvedimento è varato per il solito effetto-annuncio: non si sa ancora bene a cosa servirà la nuova carta, che verrà rilasciata dai Comuni in base all’Isee delle famiglie. La manovra va ora al Senato per la terza lettura.
Fratelli d’Italia è il partito che più si è battuto in favore dei disabili, chiedendo di riformare l’indicatore Isee eliminando dal calcolo dei redditi le pensioni di invalidità e l’assegno di accompagnamento. Giorgia Meloni ha ricevuto l’appoggio di Lega e Cinquestelle. Ma il governo si è opposto e ha preferito lasciare le cose come stanno, ignorando ogni principio di equità sociale.