Una svolta nel caso Ismail, il bambino rapito in Italia e arruolato dall’Isis

26 Feb 2016 11:32 - di Redazione

Reclutavava mujaheddin che si sarebbero poi arruolati nell’Isis e potrebbe fornire nuove informazioni sul caso del piccolo Ismail, il bambino di tre anni portato dal padre in Siria e “sparito” nel nulla. I carabinieri del Ros hanno fermato a Mestre, su disposizione della procura di Venezia, un cittadino macedone indagato per arruolamento con finalità di terrorismo, anche internazionale: l’uomo avrebbe, infatti, reclutato aspiranti mujaheddin che un imam bosniaco avrebbe successivo radicalizzato, arruolato nell’Isis e avviato verso i teatri di guerra mediorientali. Il provvedimento di fermo e perquisizione del macedone scaturisce da elementi raccolti nell’ambito dell’attività investigativa svolta dal Ros per il contrasto del radicalismo di matrice islamista.

La scomparsa del piccolo Ismail

Tra gli aspiranti terroristi arruolati c’era Ismar Mesinovic, bosniaco che risiedeva nel bellunese, ucciso in Siria nel gennaio 2014 dopo aver portato con sé  il figlioletto di tre anni, Ismail, di cui si sono perse le tracce. È dello scorso 14 gennaio l’ultimo appello in tv della madre del bambino, Lidia Solano Herrera: «Voglio chiedere a quelli che hanno mio figlio di restituirmelo, dovete capire che lui deve stare con me», ha implorato la donna davanti alle telecamere di Chi l’ha visto? La scomparsa di Ismail risale alla fine del 2013, quando Mesinovic disse di volerlo portare in visita dai nonni paterni in Bosnia, mentre lo avrebbe condotto in Siria, dove lui si è arruolato tra le file dei fondamentalisti dell’Isis, rimanendo ucciso ad Aleppo in combattimento.

La foto su internet

Oltre un anno fa fece scalpore una foto, in circolazione su internet, nella quale un miliziano dell’Isis teneva per mano un bambino che qualcuno ha identificato nel piccolo Ismail, ma ad avviso della procura di Belluno non ci sarebbero elementi per ritenere che sia proprio lui. Un responso dato anche all’esito di una serie di accertamenti tecnici, comprese comparazioni morfologiche del viso. Sta di fatto che i carabinieri del Ros che indagano sulla scomparsa sono riusciti a risalire alle persone che hanno avuto a che fare con il bambino dopo il “rapimento” da parte del padre, comprese quelle che in Siria si occuperebbero tuttora di lui. Ma le indagini sono condotte nel massimo riserbo e, allo stato, non si conoscono particolari.

 

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