Che Veltroni faccia l’autore Rai è “normale” o può accadere solo in Italia?
Paghiamo il canone Rai anche per pagare Veltroni? Lasciamo stare la Brexit e l’Europa. Perchè ci sono cose che possono accadere solo da noi. Da noi, dove basta girare l’angolo o aprire la finestra per trovare sempre uno che ciancia di rigore e trasparenza. Da noi, dove però tutto, o quasi, è possibile. Da noi, dove in certi casi (ma solo in certi casi) nessuno ha nulla da ridire. Perciò, ecco la notizia: Walter Veltroni ex segretario del Pd, ex sindaco di Roma, ex vicepresidente del Consiglio con Prodi, ex parlamentare del Partito Comunista dal 1987, già dirigente della Federazione giovanile comunista e, ciò nonostante, sicuro di non esser mai stato comunista, potrebbe essere ingaggiato quale autore dalla Rai-Tv per una serie di trasmissioni (una decina di prime serate sulla rete ammiraglia) che andrebbero ad impreziosire i palinsesti di Viale Mazzini. Perciò, siccome evidentemente da quelle parti languono autori di spessore e, probabilmente anche idee, succede che la Tv di Stato – per la quale pagheremo il canone con la prossima bolletta energetica – decida di avvalersi delle capacità autorali di Veltroni che, in autunno, ci fanno sapere il Fatto quotidiano e l’Huffigton Post, firmerà il varietà su RaiUno “Le dieci cose più belle“. Lasciando da parte il giudizio, sempre soggettivo, sulla produzione letteraria di Walter Veltroni e sulle sue capacità di autore o regista nel raccontare storie o, come le chiamerebbe lui, emozioni, a noi preme un quesito. E cioè: in quale parte di mondo, oltre a questa fortunatissima Italia, sarebbe possibile che un leader politico che per decenni ha avuto voce in capitolo (e che voce) nella gestione della Rai-Tv possa essere, adesso, dalla stessa azienda assunto a contratto? Pagato, cioè, anche coi soldi di quei milioni di italiani che mai l’hanno voluto e mai l’hanno votato? Nessuno che intraveda almeno un problema di opportunità? O, per dirla con lo stesso Veltroni: è roba da “paese normale”, questa?