Samsung “spegnerà” da remoto i suoi smartphone Galaxy che si incendiano
Si chiama “kill switch“. Ed è l’ultima ratio per spegnere, da remoto i milioni di smartphone Samsung modello Galaxy Note 7 che ancora sono in circolazione e che rischiano di esplodere perché la batteria si incendia. E’ la soluzione che ha immaginato la casa produttrice sudcoreana di fronte al fatto che moltissimi acquirenti non intendono restituire il proprio telefono pur se la multinazionale ha assicurato che sostituirà gli apparecchi difettosi con apparati identici ma nuovi e che non hanno il pericoloso difetto di incendiarsi all’improvviso.
La funzionalità “kill switch“, permette , infatti, da remoto, di rendere inutilizzabile il dispositivo obbligando così gli utenti a farselo cambiare. Oppure, l’altra soluzione proposta da Samsung, è quella di aggiornare il “firmware” dello smartphone all’ultima versione rilasciata appositamente dall’azienda coreana in modo da limitare la ricarica della batteria solo al 60 per cento, evitando, così, in quest’altra maniera che la batteria si surriscaldi esplodendo.
A dieci giorni dal blocco delle vendite per casi di esplosione, sono comunque queste le ipotesi che il più grande produttore di smartphone al mondo potrebbe mettere in campo, oltre al richiamo dei dispositivi, per arginare il rischio di incidenti anche molto pericolosi e che possono addirittura rivelarsi letali o, comunque, molte drammatici: a New York un bambino è rimasto ferito perché il Galaxy Note 7 è esploso mentre guardava dei video.
Dopo i casi di esplosione della batteria – per Samsung sono 35 episodi, per il governo canadese sono 70 solo nel Nord America – la società ha bloccato la vendita mondiale e attivato un programma che prevede il ritiro di 2,5 milioni di dispositivi nel mondo e la sostituzione gratuita. E nei giorni scorsi ha fatto nuovamente appello per la restituzione. Il timore è che i possessori del Galaxy Note 7 disattendano il richiamo e continuino ad usare lo smartphone, con possibili incidenti. Per i clienti riluttanti alla restituzione del dispositivo, Samsung potrebbe mettere in campo strategie aggiuntive. In rete circola una notizia – non confermata dall’azienda e nata da un post su Reddit – secondo la quale la società avrebbe in mente di “uccidere” a distanza i dispositivi con il “kill switch“. Il sistema è presente anche sull’iPhone ed è considerato l’extrema ratio. Steve Jobs, intervistato nel 2008 dal Wall Street Journal, disse che era necessario implementarlo ma «sperava di non doverlo mai utilizzare».
Altra ipotesi è che Samsung possa aggiornare il software del dispositivo in modo da non gravare sulla batteria, limitando la ricarica al 60 per cento. L’aggiornamento dovrebbe essere disponibile dal 20 settembre per il clienti sud-coreani. Nei giorni scorsi la Commissione Usa per la sicurezza dei prodotti per i consumatori ha invitato a non usare il Galaxy Note 7 e l’Autorità dell’aviazione americana ed europea, a non portarlo sugli aerei e nei bagagli imbarcati. Gli analisti hanno calcolato che il problema batteria costerà a Samsung circa 1 miliardo di dollari, ma le stime potrebbero salire. Una batosta che potrebbe trasformarsi in un “assist” involontario all’iPhone 7, che sarà disponibile da venerdì 16 settembre. E davanti all’Apple Store sulla Quinta Strada a New York, c’è già una persona in fila.