Post Brexit: Mc Donald’s lascia il Lussemburgo e si sposta a Londra
McDonald’s, il gigante americano dei ristoranti fast-food, ha detto addio al Lussemburgo e porta la propria sede legale a Londra. La multinazionale del panino abbandona cosi una delle oasi più battute dai grandi gruppi che sono alla continua ricerca di fiscalità creative. L’obiettivo è di assicurarsi un fìsco migliore nella Gran Bretagna post-Brexit, libera dai vincoli comunitari e lontana dalle pressioni di Bruxelles, si legge su “la Stampa“.
Mc Donald’s scappa dai vincoli comunitari
La motivazione ufficiale che la società ha dato per il suo trasloco tuttavia fa riferimento «alla lingua inglese, le connessioni con altri mercati e la presenza a Londra di un significativo numero di dipendenti impegnati nel nostro business internazionale». In realtà il management spera di trovare nuove scappatoie e riparo dalla Commissione europea che ha fatto pressioni sulla società Usa per rivelare il regime fiscale al quale è stata sottoposta in Lussemburgo. Un anno fa Bruxelles, impegnata nella guerra alle multinazionali accusate di farsi trattare da alcuni Stati europei meglio degli altri contribuenti, aveva acceso un faro anche sul gruppo Usa. Ironia del caso, lo scorso luglio McDonald’s aveva dichiarato di voler creare 5000 posti di lavoro nel Regno Unito.
Brexit non ha causato nessun danno economico
La mossa era stata spiegata con la volontà di stare al fianco degli inglesi che dopo la Brexit avrebbero dovuto affrontare difficoltà economiche. Ora la decisione di trasferire la propria sede legale (relativa solo ai proventi dei fast food che operano fuori dagli Usa) darà davvero nuovo impulso al Paese, soprattutto dopo i numerosi allarmi su un esodo di società dalla City verso altre capitali. I guadagni sui 22 mila ristoranti al di fuori degli Usa pagheranno le imposte in base alla tassazione britannica (il 20% più bassa degli altri Paesi industrializzati e in discesa al 17% entro il 2020). A quanto scrivono i giornali inglesi, il tutto si tradurrà m milioni di sterline in più per l’erario di sua maestà. Perché non puntare sull’Irlanda? A Dublino le tasse sono molto basse con l’aliquota al 12,5%. Sull’attrattività dell’isola per le multinazionali ha tuttavia pesato il risarcimento da 13 miliardi di euro che la Commissione europea ha inflitto alla Apple, altro colosso degli sconti fiscali. Tramontata l’Irlanda e con il Lussemburgo sempre meno favorevole, la nuova meta per chi cerca i paradisi fiscali potrebbe stare a Londra. E McDonald’s ha inaugurato la nuova rotta.