Busta con proiettili al figlio di Poletti. Rotondi tira in ballo il neofascismo
Prima le critiche, poi gli insulti, e infine le minacce. Un’escalation che ha colpito Manuel Poletti, figlio del ministro del Lavoro, dopo le parole dette dal padre a proposito dei giovani che lavorano all’estero. Una busta con tre proiettili calibro nove è stata recapitata nei giorni scorsi alla redazione faentina di “SetteSereQui” a Manuel Poletti. Nella busta c’era anche una lettera in cui si legge la frase: ‘Ti ammazziamo, guardati alle spalle”. E, incollata sopra, una fotografia di Manuel ritagliata da un articolo di stampa. A darne notizia è ‘Il Resto del Carlino’.
Rafforzata la vigilanza per Manuel Poletti
L’episodio ha indotto la prefettura ad aumentare il servizio di vigilanza al quale il 42enne era già stato sottoposto dopo le prime minacce ricevute su facebook, per le quali aveva presentato denuncia, in seguito alle frasi del ministro Giuliano Poletti sui giovani emigrati dall’Italia che avevano indignato l’opinione pubblica.
Minacciata anche la madre
Anche alla madre, Anna Venturini, assessore del Comune di Castel Guelfo con deleghe ai Servizi sociali, Sanità e Scuola sarebbero arrivate due lettere con minacce, recapitate in Comune. La prima denuncia, Manuel Poletti l’aveva presentata il 22 dicembre scorso.
Attacchi sulla pagina Fb
L’attacco sulla sua pagina facebook si era scatenato dopo le dichiarazioni del ministro Poletti secondo cui alcuni italiani andati all’estero avrebbero fatto bene ‘a togliersi dai piedi’. Manuel Poletti era finito nel tritacarne del web anche per il mezzo milione di euro di contributi pubblici ricevuti dalla proprietà del suo giornale, la cooperativa Media Romagna. Da qui erano partite le prime minacce, anche di morte, al suo indirizzo. Una reazione da condannare e del tutto ingiustificata. Resta però intatta la gravità delle dichiarazioni del ministro del Lavoro sui giovani italiani che lavorano all’estero e che non godono dei contributi pubblici di cui Manuel Poletti ha potuto, invece, usufruire.
Rotondi tira in ballo il fascismo
Tra i vari attestati di solidarietà a Manuel Poletti, giunti dal Pd dell’Emilia Romagna, anche quella di Gianfranco Rotondi, segretario di Rivoluzione cristiana, che se la prende con un clima di odio “alimentato nel paese dai neofascisti dell’antipolitica”. Ma non è che tutto si risolve tirando in ballo logori slogan antifascisti. Lo hate speech diffuso sulla rete è infatti un fenomeno che esiste ormai da tempo, di proporzioni ormai gigantesche, e che nulla ha a che fare con il fascismo.