E’ morto Pietro Golia. Un amico, un uomo sempre controcorrente
1 Feb 2017 19:59 - di Girolamo Fragalà
Se n’è andato a 67 anni quasi in punta di piedi, con eleganza, Pietro Golia. Con quell’eleganza che l’ha sempre contraddistinto. E ha lasciato tutti stupiti. In pochi sapevano della sua patologia. Nessuno avrebbe mai pensato che stesse per dire addio al suo mondo, ai suoi amici, a quella Napoli che ha sempre amato. E soprattutto a quell’essere controcorrente nelle idee e nell’azione, nel quotidiano e nel lavoro. Sì, perché Pietro e la sua libreria erano un tutt’uno. Per anni chiunque volesse scambiare quattro chiacchiere con lui lo trovava lì, tra gli scaffali, immerso in tanti volumi, spesso messi alla rinfusa. Ordine nel disordine. E quando si voleva acquistare una copia, bisognava frugare a lungo alla ricerca del titolo giusto, quello più incisivo, magari quello più rivoluzionario.
Pietro Golia e il pensiero alternativo
E Pietro Golia era un rivoluzionario perché tradizionalista. Nelle idee. E nel modo di vivere. Schierato, militante, appassionato. La sua intuizione, anzi il suo orgoglio, era proprio il circolo culturale Controcorrente, sin dagli anni ’70. La sede nel cuore dei Quartieri Spagnoli. E proprio quel circolo diventò subito un punto di riferimento per i giovani missini. Era in quel piccolo locale che nascevano i grandi sogni. Era lì che con Pietro si discuteva di tutto, dal meridionalismo alla storia del fascismo, dall’economia ai saggi. C’era Evola sugli scaffali, con i suoi volumi enormi. C’erano Ezra Pound e Alain De Benoist. Ma c’erano soprattutto tanti militanti che volevano conoscere qualcosa di più, approfondire i loro testi, capire. Perché conoscere quel che il sistema non voleva che si conoscesse, era la vera rivoluzione di quegli anni.
Un editore ma soprattutto un amico
Ma Pietro non era solo questo. Non era solo un editore. Mai una parola fuori posto, mai un atteggiamento ostile. Era soprattutto un amico con cui scherzare, passare le serate insieme, gironzolare in piena notte per Napoli. Sempre giovane, anche con il passar degli anni. Bastava incontrarlo a spasso per via Toledo, “andiamo a mangiare qualcosa insieme”, ma è tardi, “dai, qualche locale lo troviamo aperto”. E magari aggregare gli amici di sempre, “pescandoli” a Chiaia, a piazza dei Martiri oppure dalle parti del liceo Umberto. E quegli amici saranno tutti presenti nella chiesa San Ferdinando, domani 2 febbraio alle ore 15, per dargli l’ultimo saluto. E dirgli “Pietro, ma che scherzo ci ha fatto”.