Terremoto, altre scosse nella notte. Ecco i numeri di una tragedia in corso
Il terremoto non dà tregua al centro Italia: anche la notte appena trascorsa, allora, ha registrato altre lievi scosse nelle zone già colpite dal sisma. Per l’esattezza, alle 23.40 l‘Ingv ha registrato una scossa di magnitudo 2.3 in provincia dell’Aquila, due minuti dopo un’altra scossa nel maceratese di magnitudo 2.2. E ancora: all’ 1.46 una scossa di magnitudo 2.2 è stata registrata nell’ascolano e i comuni più vicini all’epicentro sono stati Arquata del Tronto e Montegallo. Infine due scosse, una di magnitudo 2 alle 5.47 e un’altra di magnitudo 2.1 alle 7.21, sono state registrate in provincia di Rieti.
Terremoto, altre lievi scosse nella notte in Centro Italia
Senza tregua, continuamente allarmati da nuovi sciami sismici e, come se non bastasse, sferzati dal maltempo che imperversa da settimane, le popolazioni delle zone terremotate continuano a vivere una realtà quotidiana fatta di disagi e paura. E allora, soccorsi, aiutati, abbandonati e risoluti nel trovare autonomamente una soluzione al dramma che stanno vivendo dall’agosto dello scorso anno, i sopravvissuti al terremoto provano a sopravvivere anche agli aiuti dispensati col contagocce. Una situazione grave, fotografata anche dall’entità numerica degli aiuti richiesti dai terremotati che, variano da caso a caso, da frazione a frazione delle zone coinvolte dal dramma del sisma, e che in realtà denunciano ininterrottamente dal 24 agosto un’unica grande urgenza continua: il bisogno di aiuto richiesto dalla nutrita popolazione del centro Italia che, dal terremoto, è stata defraudata di dignità e conquiste raggiunte e mantenute col sacrificio di anni di lavoro e di rinunce. E allora eccoli i numeri: sono poco meno di 13.400 le persone assistite dal Servizio Nazionale della Protezione Civile in seguito alle diverse ondate sismiche che hanno colpito il territorio dell’Italia centrale il 24 agosto, il 26 e il 30 ottobre 2016 e il 18 gennaio 2017, a cui si sono sommate le forti nevicate. Cifre e dati che, la Protezione civile ricorda, “sono da considerarsi in continua evoluzione e aggiornamento e non comprendono tutti coloro che hanno individuato autonomamente una sistemazione”.
Sisma, le cifre fotografano l’entità di un dramma ancora in corso
Dunque, al netto di un bilancio in continuo aggiornamento, sarebbero più di 10.000 le persone ospitate in alberghi e strutture ricettive, di cui circa 3.100 sul proprio territorio e quasi 7.000 lungo la costa adriatica e sul lago Trasimeno. Circa 700 le persone che trovano accoglienza nel proprio comune in container, moduli abitativi prefabbricati rurali emergenziali e camper allestiti in questi mesi dalla Protezione Civile, mentre oltre 1.200 sono ospitati negli alloggi realizzati in occasione di terremoti del passato in Umbria, Marche e Abruzzo. Sono oltre 1.350, infine, gli assistiti in palazzetti, centri polivalenti, strutture allestite ad hoc nel proprio comune e nei moduli e appartamenti realizzati. E la speranza è sempre e comunque che queste sistemazioni di fortuna non diventino – nei fatti – alloggi in cui soggiornare per decenni. Anche perché in quelle terre già martoriate dal terremoto si è aggiunta una drammatica emergenza neve: e, con la notizia del decesso per freddo di un terremoto sistemato in un camper la paura che chi è riuscito miracolosamente a sopravvivere al sisma possa desistere per il freddo cresce di ora in ora, di allerta meteo in allerta meteo.