Sorpresa: il Mein Kampf non è un libro stupido, va letto con attenzione
Basta con la rimozione e la demonizzazione del libro-manifesto del dittatore tedesco Adolf Hitler. La cosiddetta “bibbia dell’antisemitismo” va letta, anzi studiata, con grande attenzione. In pratica è ora che l’Occidente faccia i conti seriamente con il suo autore, senza liquidarlo come un maniaco, un pazzo, un errore della storia.
Un cambio di passo che ha reso possibile la pubblicazione in italiano di un’edizione critica del Mein Kampf – edita da Free Ebrei edizioni, acquistabile online e curata da Vincenzo Pinto. Un evento che segue la discussa pubblicazione dell’edizione critica tedesca, che ha suscitato molte polemiche in Germania. All’inizio i curatori tedeschi dell’Istituto di storia contemporanea di Monaco avevano mandato in stampa quattromila copie. Era l’inizio del 2016: a fine anno il libro aveva venduto 85mila copie. In pratica un best seller. La scorsa estate suscitò non poche critiche l’iniziativa del Giornale di vendere una traduzione del Mein Kampf come allegato del quotidiano.
Ora è da tenere d’occhio il destino di questa edizione critica italiana che – informa Repubblica – “è la prima che appare in un paese dell’Europa occidentale (in Francia è prevista una edizione per l’anno prossimo presso l’editore Fayard, mentre in Inghilterra verrà pubblicata una traduzione integrale dell’edizione tedesca), ed è accompagnata da un imponente apparato storico-critico pensato non solo per una cerchia ristretta di specialisti, ma anche a scopi didattici”. Inoltre “ognuno dei 27 capitoli in cui è suddiviso il Mein Kampf viene introdotto da una sinossi contenente genesi, riassunto, analisi, parole chiave, bibliografia e un approfondimento in due sezioni: analisi retorica e analisi storico-culturale”. Un apparato interpretativo utile a capire come sia stato possibile coinvolgere un’intera nazione in un processo al cui centro c’era la trasformazione del concetto di “capro espiatorio”, utile a dare l’avvio alla persecuzione degli ebrei.