È psicosi Blue Whale: falsi allarmi su 2 ragazzi. Ecco 6 consigli per i genitori
E adesso è psicosi Blue Whale: dopo l’allarme mediatico e la denuncia• cui è seguito il femro, dell’ideatore del gioco mortale, ora è il momento della psicosi collettiva che, negli ultimi due casi registrati a Roma, si è rivelata fortunatamente essere solo una paura infondata.
Psicosi Blue Whale: è panico da falso allarme
La Polizia di Stato ha scoperto nelal capitale due false segnalazioni in merito alla sifda letale virtualmente lanciata sul web dalla “balena azzurra”, il fenomeno che a detta di esperti di mezzo mondo e di investigatori russi, avrebbe portato diversi giovani al suicidio. Nel primo episodio, allora, a dare l’allarme è stato un gestore di telefonia mobile dopo che un sms inviato da un’adolescente ad un numero fatto a caso annunciava il superamento di tutti i livelli del “gioco”, lasciando intendere così un possibile epilogo fatale. Come drammaticamente noto, infatti, la sfida lanciata in digitale prevede uan serie di prove “iniziatiche ” da superare – tutte altamente dannose per la salute fisica e mentale di un essere umano, specie se adolescente – al culmine delle quali si prosetta al “giocatore” la suprema delleprove: lasciarsi cadere dal palazzo più alto della città e »riprendersi – così – la propia vita». Questo, infatti, l’aberrante scopo del gioco ideato e divulgato dal 23enne russo ora in manette.
Due casi a Roma in un breve arco di tempo
Dunque, tornando al primo allarme rientrato, va detto che gli accertamenti informatici, eseguiti a tempo record dalla sala operativa della Questura, hanno permesso di appurare che l’adolescente segnalato dall’operatore telefonico era regolarmente a scuola e ignaro di tutto. Subito dopo i poliziotti hanno scoperto infatti che era stato un suo compagno di classe, «per scherzare» (???), a mandare l’sms con i riferimenti al Blue Whale. Più complicata, invece, la seconda vicenda culminata in una denuncia e sfociata in tanta paura: un ragazzo, per attirare l’attenzione dei genitori, ha fatto intendere di essere in una fase avanzata del “gioco», mostrando furtivamente una balena disegnata su un braccio. I familiari si sono immediatamente rivolti al 112 Nue -Numero unico delle emergenze, facendo scattare l’intervento dei poliziotti del commissariato di zona, coadiuvati fin da subito da personale specializzato in disagio giovanile. Gli agenti, con le cautele del caso, hanno tempestivamente verificato, però, che la balena mostrata era solo disegnata con un pennarello rosso e non incisa sulla pelle. Ciò nonostante, per ulteriori accertamenti clinici il ragazzo, con il consenso dei genitori, è stato portato in un centro specialistico.
Dalla polizia postale, 11 consigli per i genitori e 5 per i ragazzi
1) Aumentare le occasioni di confronto sul tema della sicurezza in rete
2) Sollecitare i ragazzi ad eprimere un loro parere sul fenomeno Blue Whale
3) Monitorare il comportamento dei figli con particolare attenzione su eventuali cambiamenti del rendimento scolastico, socialità, disturbi del sonno (ricordiamo che alzarsi in peiuna notte per vedere video horror, ascoltare musica triste sono alcune delle prove previste dal Blue Whale.
4) Se sospettate che vostro figlio sia incusiosito dal fenomeno e, peggio ancora, che frequenti chat dedicate al “gioco”, parlatene con lui senza drammatizzare subito o senza arrivare a una eccessiva esorcizzazione.
5) Se venite a sapere da vostro figlio che un amico partecipa al “gioco” online avvertite subito i genitori del ragazzo coinvolto
6) Se non siete certi della cosa e dell’identità del ragazzo, denunciate comunque la cosa a un commissariato di polizia o agli agenti della polizia postale.