Lo ius soli spiegato in cinque punti: come cambia la legge (in peggio)
Ha scatenato un vero parapiglia, con tanto di zuffa, che ha coinvolto anche la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli. Il voto sullo ius soli, il disegno di legge licenziato due anni fa dalla Camera e approdato ora in aula al Senato, è finito di nuovo al centro di roventi polemiche, alimentate, tra l’altro dalle proteste di Lega e M5S. Ma cosa prevedono le norme sulla cittadinanza e come cambierebbero con lo ius soli temperato e lo ius culturae.
1.Cosa dice la legge In base alla legge 91 del 1992, chi è nato in Italia da genitori stranieri può diventare cittadino italiano al compimento dei 18 anni, a condizione che abbia mantenuto costantemente la residenza in Italia dalla nascita. Nel nostro Paese lo ius soli si applica anche in due casi eccezionali: per nascita sul territorio italiano da genitori ignoti o apolidi o impossibilitati a trasmettere al soggetto la propria cittadinanza secondo la legge dello Stato di provenienza, oppure se il soggetto è figlio di ignoti ed è trovato nel territorio italiano.
2. Come cambierebbe la legge Il ddl incardinato al Senato introduce una forma temperata di ius soli. Può diventare cittadino italiano chi è nato in Italia da genitori stranieri, di cui almeno uno sia in possesso del permesso di soggiorno Ue per soggiornanti di lungo periodo. E’ necessaria comunque una dichiarazione di volontà di un genitore o di chi esercita la responsabilità genitoriale, da presentare al comune di residenza del minore, entro il compimento della maggiore età. In assenza della dichiarazione, chi vuole diventare cittadino italiano può farne richiesta entro due anni dal raggiungimento della maggiore età. Quanto allo straniero nato e residente in Italia legalmente senza interruzioni fino a 18 anni, il termine per la dichiarazione di acquisto della cittadinanza viene aumentato da uno a due anni dal raggiungimento della maggiore età.
3. Ius soli, ius sanguinis e ius culturae Ius soli, dal latino “diritto del suolo” è un’espressione giuridica che intende l’acquisizione della cittadinanza come conseguenza del fatto giuridico di essere nati sul territorio di un dato Paese, indipendentemente dalla cittadinanza dei genitori. Lo ius sanguinis (“diritto del sangue”), indica invece la trasmissione della cittadinanza dal genitore alla prole (ad esempio, il figlio di un italiano è italiano). Lo ius cultarae, invece, prevede che può ottenere la cittadinanza il minore straniero, nato in Italia o entrato nel nostro Paese entro il 12esimo anno di età, purché abbia frequentato regolarmente per almeno cinque anni uno o più cicli di studio o seguito percorsi di istruzione e formazione professionale triennali o quadriennali per conseguire una qualifica professionale. Tra le novità legate allo ius culturae rientra il merito: è necessario che il ciclo delle scuole primarie sia superato con successo. Chi viene bocciato alle elementari dovrà aspettare per chiedere la cittadinanza.
4. Le regole e i requisiti Le nuove regole per acquisire la cittadinanza per nascita non saranno applicabile ai cittadini europei, perché possono ottenere un permesso dell’Unione europea per soggiornanti di lungo periodo solo i cittadini di Stati non appartenenti all’Ue. Tale permesso è rilasciato allo straniero cittadino di Stati non appartenenti all’Ue in possesso da almeno cinque anni di un permesso di soggiorno valido. Inoltre, la famiglia deve dimostrare di avere un reddito minimo non inferiore all’importo annuo dell’assegno sociale, occorre la disponibilità di un alloggio che risponda ai requisiti di idoneità previsti dalla legge e bisogna superare un test di conoscenza della lingua italiana. Non hanno diritto al permesso gli stranieri che soggiornano per motivi di studio o formazione professionale; a titolo di “protezione temporanea” o per motivi umanitari; quanti hanno chiesto la protezione internazionale e sono in attesa di una decisione definitiva; chi è titolare di un permesso di soggiorno di breve durata; quanti godono di uno status giuridico particolare previsto dalle convenzioni internazionali sulle relazioni diplomatiche.
5. Come funziona negli altri Paesi Quasi tutti i Paesi del continente americano applicano lo ius soli in modo automatico e senza condizioni, come gli Stati Uniti, il Canada e quasi tutta l’America meridionale. In Europa viene concessa la cittadinanza per ius soli (per esempio Francia, Portogallo, Spagna, Regno Unito e Germania) con qualche condizione. In Francia, ad esempio, il nato in territorio francese da genitori stranieri può ottenere la cittadinanza facendone richiesta purché sia vissuto stabilmente sul territorio dello Stato per almeno 5 anni. In Germania, vale di base lo ius sanguinis ma chi nasce nel territorio tedesco da genitori extracomunitari può diventare cittadino tedesco se uno dei due genitori ha il permesso di soggiorno da almeno tre anni e vive in Germania da otto.