Per far dispetto a Trump il Canada apre un centro profughi al confine
È l’ennesino dispetto del giovane progressista Justin Trudeau a Donald Trump. Dopo averlo criticato in modo demagogico per le sue scelte in materia di immigrazione, adesso il governo canadese invia un centinaio di militari alla frontiera con gli Stati Uniti per aprire un campo provvisorio dove accogliere i “richiedenti asilo” in arrivo sempre più numerosi dal Paese vicino, in larga misura originari di Haiti, ma con alle spalle soggiorni di anni negli Stati Uniti da cui ora temono di essere espulsi. Secondo quanto ha anticipato il portavoce per l’agenzia delle frontiere Stephane Malepart, il campo, che potrà ospitare fino a 500 persone, sorgerà nello stato del Quebec, vicino a Saint-Bernard-de-Lacolle, a una sessantina di chilometri da Montreal. In realtà l’iniziative è illegale, perché i “richiedenti asilo” che si presentano ai punti di frontiera ufficiali dagli Stati Uniti possono essere respinti perché gli Usa sono considerati un paese sicuro, secondo gli accordi bilaterali sottoscritti nel 2004 dai due paesi. Ma il governo del premier Justin Trudeau sostiene che, in nome della convenzione sui rifugiati del 1951, non può non accogliere le richieste di asilo formulate dai rifugiati che attraversano il confine attraverso varchi non ufficiali. E’ in aumento – quadruplicato nelle ultime due settimane, da cinquanta a 200 persone al giorno – il flusso attraverso la frontiera informale che separa lo stato di New York dal Quebec. Dal primo gennaio al 30 giugno, la polizia di frontiera canadese ha fermato 4.345 richiedenti asilo. La maggior parte di loro, alla frontiera con il Quebec, 646, a quella con lo stato di Manitoba e 332, ancora più a ovest con quello della British Columbia. Nei giorni scorsi, le autorità comunali di Montreal hanno aperto un centro di accoglienza allo stadio olimpico per centinaia di profughi e hanno anticipato il piano per convertire il Royal Victoria Hospital chiuso da tempo in un altro centro di accoglienza per 320 persone. I giornali canadesi in questo mesi hanno descritto la reazione negativa dei canadesi a questa miniinvasione, ma forse il bel Justin non legge i giornali…