Presidi e bivacchi, Roma affossata dai migranti: la Raggi s’aggrappa a forti e caserme (VIDEO)
Oggi qualcosa dovrà pur dirla e deciderla Virginia Raggi: durante o dopo il vertice della mattinata con il ministro Minniti, non fa differenza. Purché cominci ad agire visto che a oltre un anno dalla sua elezione, tra fughe e espulsioni, sta ancora cercando di confermare la giunta. E intanto Roma e i romani pagano il conto di un’apatia e di un’inefficienza ormai endemiche che, dal trasporto pubblico all’emergenza abitativa, passando per sicurezza e degrado, si è esteso a tutto e tutti, dalla periferia al centro storico.
Vertice tra Raggi e Minniti al Viminale
Roma è drammaticamente in balia di se stessa e di una gestione penstastellata impreparata e controproducente. La capitale ha subito la siccità – e i giardini di piazza Venezia, la cartolina della città eterna ingiallita, ma di un posticcio giallo pagliericcio causa dell’incuria in cui versano le famose aiuole negli ultimi mesi – i rifiuti ammassati ad ogni angolo, i bivacchi, le occupazioni e, adesso, anche il post sgomberi che hanno disseminato in piazze centrali e crocevia storici, migranti e sfollati andati a dividersi gli spazi con clochard e senza tetto autoctoni, artefici e vittime di un’emergenza abitativa che rischia di incrementare ingiustizie e malcontento. Ma tanto per la raggi è sempre e solo colpa del governo. Che, intendiamoci, spartisce con la sindaca le sue pesanti responsabilità.
Emergenza abitativa e sgomberi: Roma in balia del caos
E così, chi si aspettava qualche proficuo risultato dal mini summit odierno, ancora una volta è stato deluso. Certo, nel corso dell’incontro, chiesto dal Campidoglio, la Raggi ha richiesto – come riporta il sito dell’Ansa in queste ore – l’assegnazione alle amministrazioni locali di «caserme e forti con relative risorse per riqualificarli, renderli disponibili e darli alle famiglie» in difficoltà. Senza chiarire indicazioni di sorta sugli eventuali beneficiari del provvedimento: il che genera più panico che aspettative, considerando che la prima cittadina di Roma che quest’inverno ha dovuto affrontare la morte di una donna ridotta a vivere in una roulotte e uccisa dal freddo e dal gelo, quando prima dell’estate si è trattato di affrontare il dramma, ha dichiarato a più riprese di puntare sui fondi europei per smantellare i campi rom e ipotizzare di sistemare i nomadi sfollati in soluzioni abitative per cui frotte di italiani sono in lista da decenni.
Presidi e proteste: e intanto Roma soffoca
Una posizione che non è piaciuta ai Movimenti per la casa quella assunta da Virginia Raggi e ribadita, una volta di più, anche dopo il vertice in prefettura sugli alloggi seguiti allo sgombero di via Curtatone, e dunque in quell’occasione declinata ai profughi sfrattati. La risposta dei Movimenti non si è fatta attendere: continueranno i presidi, continueranno le proteste. Intanto anche oggi, come già nei giorni scorsi, sono tornati in piazza i movimenti di lotta per la casa: una protesta itinerante contro le risposte emerse dal tavolo di ieri in Prefettura, definite «non accettabili». E da via Curtatone l’okkupazione si è spostata in piazza Santi Apostoli, tracimando fino a Piazza Venezia, dove migranti e esponenti dei movimenti hanno invaso giardini aree recintate trasformando il centro della capitale in una baraccopoli a cielo aperto.