Entro il 2018, anche in Italia arriverà un nuovo vaccino contro l’herpes zoster

23 Nov 2017 15:06 - di Redazione

Non solo bambini in età scolare, non solo vaccini sperimentati già da tempo: e allora, dato che secondo le stime più recenti sei persone su mille contraggono l’herpes zoster, più noto come il fuoco di Sant’Antonio – una percentuale che va crescendo con l’aumentare dell’età a causa della diminuzione delle difese immunitarie – è stata annunciata la possibilità di immunizzarsi contro questa patologia così diffusa.

Il nuovo vaccino contro l’herpes zoster

Dunque, secondo le nuove linee guida del piano nazionale di prevenzione vaccinale 2017-2019, per gli over 65enni c’è la possibilità di vaccinarsi contro questa patologia altamente invalidante. Entro il 2018 è atteso anche in Italia, dopo il recente via libera in Canada e Stati Uniti, l’arrivo di un nuovo vaccino, oltre a quello già disponibile, contro l’herpes zoster. Si tratta – spiegano gli addetti ai lavori – «di un vaccino a “subunità proteica”, non contenente virus vivo, ricombinante, adiuvato, somministrato per via intramuscolare». Ad annunciarlo Gabriele Mereu, vice presidente della Società italiana di Igiene (Siti) in occasione del 50esimo congresso dell’associazione in corso a Torino.  «Il nuovo vaccino contro l’herpes zoster, atteso dagli operatori ma soprattutto dagli anziani – spiega Mereu – che arriverà entro il 2018, è un vaccino innovativo nel senso che è prodotto con le migliori tecniche di ingegneria genetica, potrà essere somministrato a tutti gli anziani oltre i 65 anni e non sarà controindicato per gli immuno-depressi, aspetto importante perché più aumenta l’età, più il sistema immunitario riduce la sua efficacia».

Un’efficacia notevole: tra il 90% e il 98%

Del resto, come aggiunto sempre dallo stesso Mereu – «negli studi clinici effettuati a cui hanno partecipato anche diversi centri italiani, compreso il nostro centro di Cagliari, il nuovo vaccino ha dimostrato un’efficacia notevole, tra il 90% e il 98%, duratura nel tempo, che non si riduce all’aumento dell’età dei soggetti vaccinati. Sarà quindi una buona opportunità per investire in salute. Il Fuoco di San’Antonio – prosegue il vice presidente della Siti – è infatti una malattia altamente penalizzante per gli anziani, per tutte le complicanze che può comportare, vaccinarsi può migliorare la qualità della vita oltre a ridurre gli elevati costi sociali ed economici diretti e indiretti che la patologia comporta». E a proposito di controindicazioni, invece: «Gli effetti collaterali sono risultati alla pari dei comuni vaccini, un po’ di dolore nella sede di iniezione che dura non più di due giorni: quindi si tratta un vaccino ben accettato negli anziani», ha concluso Mereu, sottolineando che «anche i medici di famiglia già a favore della campagna di vaccinazione antinfluenzale, seguendo le linee guida della Società Italiana di Igiene saranno in prima linea per la vaccinazione anti herpes zoster».

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