Parrocchia anticipa la Messa di mezzanotte a Natale. Per paura dei migranti
Accade a Bari, nella parrocchia di Santa Cecilia del quartiere Libertà: eliminare non una messa qualunque, ma la Messa di mezzanotte di Natale per via dell’insicurezza delle strade di un quartiere multietnico e problematico è una sconfitta, un arretramento culturale e religioso. Gesù nascerà in anticipo, alle 17, 30 del 24 dicembre all’incirca. Per la sicurezza di tutti. L’orientamento è generale. “Sono già quattro o cinque anni che ho fatto la scelta di non celebrare più la messa di Natale a mezzanotte. Ha fatto bene don Vincenzo. Mi pare che ci siano anche altre parrocchie che si stanno orientando in questo senso”. parlare è Don Marco Simone, parroco di San Carlo Borromeo, in via Brigata Regina al quartiere Libertà di Bari, che commenta così la decisione annunciata dal suo collega don Vincenzo Auciello, della parrocchia di Santa Cecilia, che si trova nello stesso rione, di anticipare la messa della vigilia di Natale a causa del clima di insicurezza che caratterizza tutta la zona, specie nelle ore serali.
Il parroco: “La gente ha paura”
Rinunciare a una messa della tradizione cristiana per paura. Questa la giustificazione: “Veniva poca gente alla messa di mezzanotte – spiega don Marco – e poi a quell’ora le persone hanno paura. Inoltre c’è ora la tradizione che la vigilia di solito i fedeli rimangono a casa. Non è più come una volta: ci sono i regali, gli amici. E quindi già quattro o cinque anni fa sono stato forse il primo qui a Bari a celebrare la messa alle 17,30, in modo tale che alle 19 si chiuda tutto. Anche perché in questa zona cominciano i botti e la gente ha paura”.
Messa di Natale anticipata
“Inizialmente avevo pensato di celebrare due messe alle 17 e alle 23 – spiega ancora il parroco al Corriere del Mezzogiorno – Ma poi ho visto che a quella delle 23 le presenze cominciavano a scemare. Fino a giungere a dire messa per 20 persone. E quindi, dopo aver chiesto l’opinione dei fedeli, ho deciso di eliminare la messa di mezzanotte e di celebrarne una alle 17,30. Anche in cattedrle va poca gente – rileva don Marco – nonostante sia il vescovo a celebrare messa. Loro resistono, ma per le parrocchie periferiche o in quartieri difficili è una scelta giusta». Arretrare anziché risolver con una rispossta di sicurezza è la via ormai seguita. Una resa? E comunque, anche quelle 20 persone temerarie avrebbero avuto il diritto di andare messa secondo una tradizione a cui evidentemente tenevano. Del resto, se le istituzioni non rispondono al bisgno di sicurezza nei quartieri più degrdata, è il parroco a sostituirsi a decidere per il meglio, seconodo coscienza.
Atti vandalici nelle chiese
Il quartiere Libertà, uno dei più popolari, da sempre, presenta diverse criticità. Proprio la chiesa di San Carlo Borromeo ha subito nella notte fra il 21 e il 22 novembre scorso un raid vandalico. Era stato don Marco già da diversi mesi fa a chiedere un incontro con il sindaco e gli assessori per parlare del degrado.Clan mafiosi e prsenza di immigrati formano una miscela esplosiva. «Questo è il rione dove è forte la presenza dei clan che compongono la frastagliata galassia della mafia barese, cosche dal grilletto facile che contano su decine di soldati-ragazzini e gestiscono usura, spaccio di droga, estorsioni; ma sempre qui hanno trovato posto migliaia di immigrati, tra cui frange di una criminalità internazionale che lucra col traffico di essere umani e lo sfruttamento della prostituzione: provengono dall’Africa, sono in maggioranza nigeriani, vivono ammassati in case alveari affittate e subaffittate un istante dopo, garage e tuguri trasformati in abitazioni e messi a disposizione da proprietari compiacenti pronti a chiudere un occhio pur di incassare tanto e subito. E soprattutto in nero», leggiamo sul reportage del Giornale. L’unica certezza è la paura, che si sta portando via anche le feste nell’indifferenza generale.