Sposa bambina violentata dal marito a Padova: una fake con giallo
E’ giallo sul caso di Padova. La notizia della bambina di 9 anni data in sposa a un 35enne musulmano che poi l’avrebbe violentata, provocandole lesioni gravi, è stata in prima battuta pubblicata dal Gazzettino e poi rimbalzata su molte testate nazionali e siti on line. Il fatto è stato ripreso anche da noi sul Secolo nell’articolo del 21 novembre scorso. Nella giornata di ieri è arrivata la smentita: si tratta di una fake news.
La smentita degli inquirenti
Fonti vicine agli investigatori hanno infatti smentito sia il fatto, sia l’apertura di un fascicolo in procura. Di più: gli inquirenti non ne sanno nulla. Allo stesso modo viene negata la circostanza che la piccola sia stata accolta in una delle stanze allestite nel comando provinciale di Padova all’interno del progetto “Una stanza tutta per sé” dedicata agli interrogatori protetti dei minori. Fonti accreditate confermano che le stanze allestite sono già state utilizzate per gestire casi di maltrattamento ma che mai tali episodi hanno riguardato spose bambine.
Il Fatto Quotidiano è stato tra i primi a scusarsi per avere pubblicato la notizia, seguite da altri quotidiani. Noi ci scusiamo con i lettori se abbiamo scritto qualcosa di inesatto e frutto di un’invenzione colossale che nelle ore successive non è stato possibile per nessuno suffragare con riscontri certi. Per questo ci sembra il caso di fornire tutti gli elementi emersi. Prendiamo atto che lo stesso Gazzettino di Padova on line ieri sera in apertura assicurava la sua buona fede:
La replica del Gazzettino
“La notizia della bambina di 9 anni data in sposa a un 35enne, pubblicata dal Gazzettino, è stata ripresa e commentata da molti giornali e siti web. Alcuni, non avendo trovato conferma di quanto riportato, hanno dedotto che si tratti di una notizia falsa.A chiarimento di quanto scritto, specifichiamo che la notizia non è frutto di una nostra fantasia: ci è stata data da una fonte ufficiale, qualificata e informata sui fatti, nel contesto della presentazione di una nuova “sala protetta” per l’audizione di vittime di violenza gestita dal Soroptimist di Padova e dall’Arma dei Carabinieri. La stessa fonte ci ha fornito anche dettagli – che non sono stati riportati nell’articolo – tali da rendere evidente la conferma di una conoscenza precisa dei fatti. “Non abbiamo quindi motivo di dubitare – prosegue il Gazzettino- della credibilità della fonte in questione- si legge. Tuttavia, se abbiamo scritto qualcosa di inesatto, ce ne scusiamo innanzitutto con i nostri lettori. Non è mai stata intenzione del Gazzettino enfatizzare oltremisura determinate situazioni, ma proprio la precisione del racconto e la circostanza in cui è stata appresa l’informazione ci ha spinto a renderla pubblica. Peraltro, prendiamo chiaramente le distanze da considerazioni e commenti che in alcuni casi sono stati fatti”.