Centinaia di finti terremotati (pro-governo) su Twitter: chi c’è dietro
Una rete di centinaia di account fasulli condivide da tempo su Twitter la stessa frase di esultanza di finti terrmotati per aver riavuto la propria casa dopo il sisma. «È una notte speciale per me perché stanotte dopo 5 anni dal sisma dormo per la prima volta a casa mia. E mi andava di condividerlo con voi». Questo il testo, identico in tutte le centinaia di volte. Un testo retwittato, contando tutti gli account, migliaia di volte dal 23 luglio 2014 ad oggi.
Gli account dei finti terremotati fanno riferimento a una società italo-israeliana
Da un’analisi sulle password di questi account, condotta dal giornalista informatico e debunker David Puente, fanno riferimento a una società che opera tra Roma e Tel Aviv. La società italo-israeliana si chiama IsayData e ha smentito categoricamente di aver creato questa rete di account falsi né tantomeno di avere contatto con gli autori della indiretta “propaganda” pro governo.
Un giornalista informatico ha smascherato i finti terremotati
Sempre secondo quanti denunciato dal giornalista informatico, questi account sembrano avere un comportamento strano sui social. Non retwittano quasi mai cose che non siano contenuti di IsayData. Hanno tutti un numero di follower simile, dai 12 ai 15mila, gli stessi che ha l’account ufficiale dell’azienda. Inoltre tutti questi account sono nati a gennaio 2012, la stessa data di nascita dell’account IsayData. E tutti hanno come passione principale quella di twittare frasi piuttosto scollegate dalla realtà, citazioni da poesie, proverbi, luoghi comuni. Quasi mai i tweet riguardano fatti di cronaca, o di attualità, che sono un po’ la caratteristica di Twitter.
La società ha lavorato per Marino, Cuperlo e l’ambasciata israeliana
«Noi cadiamo dalle nuvole, ci sembra il classico fulmine a ciel sereno», replicano ad Agi Ralph Di Segni e Gianluca Pontecorvo, soci fondatori della società. Negano di aver creato i bot per influenzare la Rete in favore del governo: «Non lo abbiamo mai fatto, non ci riguarda in nessun modo. I bot sono un fenomeno che conosciamo, ma che non ci appartiene. In un certo senso ci spaventa pure che questo sia successo, potremmo essere finiti in un gioco più grande di noi». Pontecorvo ha avuto come clienti istituzionali e industriali, come riporta il suo profilo su Linkedin Ignazio Marino, il Padiglione Israele EXPO 2015, il Gruppo ILVA, Gianni Cuperlo, l’Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese in Italia e la Comunità Ebraica di Roma». All’Agi, però ribadisce con il socio: «Non abbiamo relazione con partiti politici». Intanto gli account, dopo l’inchiesta giornalistica, sono misteriosamente stati cancellati. Se il responsabile resta ignoto, di sicuro questa carnevalata in favore dei governi Pd è stata smascherata.