Migranti, modello Giappone: su 19mila richieste d’asilo accolte solo 20
Quello che la sinistra non vi dice quando si parla di Ius soli e di immigrazione è che ci sono nazioni che da noi definirebbero “xenofobe” e “razziste”. Prendete il Giappone: non hanno problemi con la mafia nigeriana, né con le emergenze migratorie. È una delle nazioni più sicure e più ricche al mondo e ha scelto di fare a meno delle risorse africane. L’ultima notizia farà storcere il naso ai nostri radical chic. Il governo di Tokyo ha accolto appena 20 richieste d’asilo sulle 19.628 presentate nel corso del 2017. Ne dà notizia l’autorevole quotidiano britannico, The Guardian e conferma la tendenza a tenere le frontiere sigillate da parte di una delle principali democrazie mondiali, nonché terza economia mondiale dopo Cina e Stati Uniti.
Il modello Giappone: nessun giornale italiano ne parla
Il modello giapponese? Non va tanto per il sottile per quanto riguarda l’immigrazione. Il quotidiano britannico riporta la vicenda di un giovane africano giunto in Giappone dal Burundi nel 2001. Il giovane Jean, è arrivato a Tokyo con un permesso di 90 giorni. Dopo la scadenza è stato identificato e portato in un centro di detenzione per immigrati: 17 anni dopo, la sua richiesta di asilo è stata respinta. Inoltre, chi arriva a Tokio è avvertito: i profughi devono rimanere rinchiusi in centri di detenzione per gli immigrati finché non scade il loro permesso di rimanere in Giappone. Centri di accoglienza che vengono descritti dagli ospiti come dei posti tutt’altro che ameni. Negli ultimi anni dieci migranti sono morti in attesa di avere una risposta sul loro status: di questi, almeno quattro si sono tolti la vita.
Il profugo non può lavorare e non ha tutela sanitaria
Chi viene in Giappone non ha diritto a nessuna tutela sanitaria, il permesso di soggiorno temporaneo non autorizza a fare alcun lavoro. Il timore che gli immigrati possano togliere il lavoro ai giapponesi detta la linea. Non ditelo alla Boldrini e ai nostri esponenti del centrosinistra, ma per i giapponesi vengono gli immigrati vengono dopo.
Ecco perché i migranti africani non vanno in Giappone
Alla fine dell’iter burocratico, la commissione centrale giapponese decide se gli immigrati devono rimanere come richiedenti asilo o se vengono rimandati a casa. E vista la percentuale bassissima di riuscita, lo 0,1 per cento, il Giappone diventa l’ultimo posto al mondo dove un migrante africano ha voglia di trasferirsi.
Ciò che vi dimenticate di dire è che il governo giapponese basa il suo sistema di immigrazione sulla meritocrazia, non lo dite ai vertici di destra totalmente inqualificabili ai posti che occupano, e che in Giappone non potrebbero immigrare mai 😉
A very intelligent country, and very respectful of their citizens.