Giornalista Rai e sua figlia piccola minacciate con un pugnale da un afgano
Un incubo durato pochi minuti, ma che potrebbe proseguire se non verranno preso immediati provvedimenti. La giornalista Rai del Tg2 Christiana Ruggeri (nella foto) denuncia di essere stata minacciata ieri mattina con un pugnale, come si legge sull’edizione romana del Corriere della Sera, dall’ex compagno della tata della figlia. L’uomo, un trentenne afgano, regolare in Italia, dopo la tentata aggressione si è dileguato. «Chi proteggerà da questo violento e pericoloso individuo, me e la mia bambina? Ha cercato di ucciderci: non basta? Che venga assicurato alla giustizia», scrive sul social network Ruggeri ancora terrorizzata dall’esperienza vissuta. «Devo la vita alla mia bambina di sette anni che si è messa a gridare», spiega, nelle dichiarazioni riportate dal Corriere, la giornalista, che ha denunciato i fatti agli agenti del commissariato Fidene-Serpentara a Roma. E racconta: «L’ex compagno della tata di mia figlia si è presentato sotto casa per ucciderci tutte e due. Mi accusa di aver convinto la tata che ha cresciuto mia figlia a lasciarlo, perché la maltrattava, prosegue la cronista aggiungendo di aver già in passato spiegato all’uomo di non essere responsabile della loro rottura.
Ruggeri racconta poi gli attimi di terrore vissuti: «Dovevo accompagnare mia figlia a scuola, l’ho sistemata sul seggiolino posteriore nell’auto, ero chinata verso di lei per allacciarle la cintura di sicurezza, quando all’improvviso si è messa a urlare guardando dietro di me. ‘Ti ammazza, mamma, ti ammazza!. Giusto il tempo di voltarmi – si legge sul Corriere – e mi sono ritrovata l’ex della tata che brandiva il pugnale e veniva verso di me. Era sbucato da dietro un albero. La lama era almeno di 30 centimetri».
La giornalista è riuscita però a mantenere i nervi saldi. «Ho fatto il giro dalla parte opposta della macchina, sono riuscita a infilarmi dentro e a premere il pulsante della chiusura centralizzata. Ma lui non si è fermato, anzi: ha tentato di sfondare i finestrini, poi il parabrezza. Ho messo in moto e sono partita, e lui dietro a piedi, per 200 metri, con il pugnale in mano. Ora è ancora in giro e adesso – conclude – abbiamo davvero paura».