È morto Arrigo Petacco. Sul fascismo ebbe il coraggio di affermare verità scomode

3 Apr 2018 19:38 - di Adele Sirocchi

È morto nella sua casa di Porto Venere (La Spezia) all’età di 89 anni lo storico Arrigo Petacco. Era anche giornalista e ha diretto il quotidiano La Nazione di Firenze e il mensile Storia Illustrata. Ha sceneggiato alcuni film e realizzato numerosi programmi televisivi di successo. Arrigo Petacco ha pubblicato  numerosi libri, molti titoli dedicati al fascismo, visto non in un’ottica ideologica ma con la lente senza pregiudizi che deve appartenere ai veri storici. Motivo per il quale fu osteggiato dalla sinistra che lo bollò come “revisionista”.  Tra i suoi saggi Il comunista in camicia nera, sulla figura di Nicola Bombacci, L’archivo segreto di Mussolini, Il prefetto di ferro, sulla figura di Cesare Mori e da cui fu tratto l’omonimo film di Pasquale Squitieri, Regina. La vita e i segreti di Maria Josè di Savoia, Il Superfascista, sulla vita di Alessandro Pavolini, L’armata scomparsa, sulla partecipazione degli italiani alla campagna di Russia, L’esodo, dedicato alla tragedia degli italiani di Istria e Dalmazia, L’anarchico che venne dall’America, sulla storia di Gaetano Bresci e il complotto per uccidere Umberto I, L’amante dell’imperatore, sulla figura della contessa di Castiglione, Joe Petrosino, L’armata nel deserto, libro sulla campagna d’Africa e la battaglia di El Alamein, Ammazzate quel fascista!, ldedicato alla vita di Ettore Muti, Il Cristo dell’Amiata, Faccetta nera, sul progetto imperiale mussoliniano, L’uomo della provvidenza, sull’ascesa e il declino di Benito Mussolini, Eva e Claretta, incentrato sulle biografie di Eva Braun e Claretta Petacci.  Risale solo a pochi mesi fa il suo ultimo lavoro, Caporetto. 24 ottobre-12 novembre 1917: storia della più grande disfatta dell’esercito italiano, libro scritto insieme a Marco Ferrari. In una delle ultime interviste Petacco demolì il mito della Resistenza: “Diciamolo chiaramente, se non ci fossero stati gli americani la Resistenza non ci sarebbe mai stata. Si tratta di una retorica enorme e anche di qualche balla. All’epoca al Pci della patria non gliene fregava niente e il gruppo storico dei comunisti “inventò” il mito della Resistenza affinché sembrasse una lotta di popolo”. In una recente intervista sul blog di Beppe Grillo sostenne infine l’estraneità di Mussolini al delitto Matteotti: “Mussolini non aveva nulla a che fare con l’omicidio Matteotti – ha spiegato in un’intervista al Tempo tornando sull’argomento – che fu ucciso dai fascisti che volevano impedire a Mussolini di fare un governo coi socialisti. Tenga presente che eravamo nel 1924, prima della svolta autoritaria. Mussolini ripeteva che gli avevano gettato il cadavere di Matteotti tra i piedi. Uno storico serio ha il dovere di spiegare che Mussolini non aveva nessun vantaggio dall’assassinio di Matteotti”.

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • Gianfranco Pesci 4 Ottobre 2019

    Arrigo Petacco di cui leggevo Storia illustrata è stato un grande divulgatore di storia contemporanea non ben considerato dai politici perchè narrava la verita storica degli eventi accaduti senza congetture politiche del momento ,pecio è uno stogmail.comrico vero..

  • luc nemeth 15 Ottobre 2018

    (dall’estero) Buongiorno. Non riesco a capire queste parole di Petacco : “Uno storico serio ha il dovere di spiegare che Mussolini non aveva nessun vantaggio dall’assassinio di Matteotti”. Avrà dimenticato cio che fu scritto IN DOVUTO TEMPO (tanto qui lasciar perdere il Mauro Canali) dal “gigante” del giornalismo nord-americano George Seldes -allora espulso dall’Italia e per questa ragione : quando fu assassinato Matteotti si approntava a rivelare -sulla base di documenti- lo scandalo della corruzione del Regno ed al più alto livello. E l’aveva fatto sapere…

  • Andrea 2 Maggio 2018

    Per me Petacco era fascista;non lo dico perchè sono comunista (non lo sono),ma perchè sto leggendo (per caso da poco prima della sua morte) il suo libro “La nostra guerra,1940-1945”,da cui qua e là da alcune considerazioni si capisce che tende sempre,elogiando le nostre armi e soldati,a giustificare le nostre sconfitte e ad esaltare le nostre vittorie.A mio modesto avviso questo è un atteggiamento pro-fascista;questo lo dico senza prima aver mai letto niente di Petacco,nè conoscere la sua visione politica ufficiale.E’ l’impressione che questo libro mi comunica.

  • Lorenzo Zara 6 Aprile 2018

    Ha ragione Arrigo quando dice che ai Rossi non importava niente della Patria, della Nazione, del Popolo. Anzi collusi e fautori di tutti i cosidetti massacri della popolazione che pagava ogni volta che venivano uccisi i tedeschi alle spalle e in tranelli, perchè non avevano il coraggio di farlo vis a vis. Cioè da vigliacchi. Senza contare delle decine di milioni, a qull’epoca delle fortune, che si impossessarono quali aiuti alla rivoluzione al sistema da parte degli americani. I gerarchi Rossi ricchissimi in un attimo, altro che resistenza e amor patrio. Delinquenti al soldo di una ideologia bolscevica che aimè si sarebbe concretizzata negli anni a venire, nella costituzione, e aiutata tante volte dai cattocomunisti. Che Dio abbia non pietà di questi bastardi che hanno rovinato l’Italia e gli italiani. PAROLA DI COMANDANTE.

  • giuliano 5 Aprile 2018

    onore ad un grande storico, che ha trovato le verita’, non dei vincitori e neanche dei fascisti rossi, che non hanno mai fatto la resistenza, ma volevano portarci sotro il fascismo rosso della russia.

  • Antonio 5 Aprile 2018

    Che Arrigo Petacco sia stato uno storico di grande livello ed obiettività lo dimostra il pochissimo spazio riservatogli in vita e, adesso, alla sua scomparsa. Il livello di faziosità degli scrittori lo si evince dalle comparse in TV e sulla stampa: più compaiono e più sono faziosi e di sinistra. Vorrei ricordare di Petacco anche “Viva la muerte” sulla guerra civile spagnola.

  • Mario Salvatore Manca di Villahermosa 5 Aprile 2018

    Purtroppo è trascorso ancora troppo poco tempo per poter giudicare serenamente i fatti di pochi anni fa
    anche se ormai è passato già un secolo o quasi. Occorre che ne passino ancora tre o quattro. Dopo di che si potrà iniziare a vedere le cose serenamente.
    Ai posteri l’ardua sentenza (A. Manzoni, Il V Maggio).
    Mario Salvatore Manca

  • Alessandro 3 Aprile 2018

    Io sono di Modena, una vita tra la retorica della Resistenza.
    Sono classe 1948.