Incendiata una chiesa a Rovereto, aveva osato fare un presepe contro l’aborto
Attentato incendiario contro la chiesa di San Rocco a Rovereto, in Trentino, che nelle scorse settimane aveva fatto parlare di sé per aver allestito un presepe con un esplicito messaggio anti-abortista. L’allarme è scattato intorno alle 5.30 del mattino, quando il portone d’ingresso è stato dato alle fiamme. Sui muri è stata trovata la scritta «I veri martiri sono in mare», vergata con una bomboletta spray.
Il messaggio anti-abortista del presepe
Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, che sono riusciti rapidamente a domare le fiamme, e i Carabinieri e la Polizia, che indagano sull’intimidazione. La chiesa era finita al centro di polemiche per la particolare Natività allestita sulle scale dai sacerdoti, insieme ai gruppi anti-abortisti e alle Sentinelle in piedi locali: al fianco delle figure tradizionali, intorno alla Sacra Famiglia, erano stati collocati anche dei piccoli feti. La rappresentazione era poi accompagnata dal messaggio «il re Erode non è mai morto? La strage degli innocenti continua…» e da una spiegazione sul fatto che «questo presepe non è una accusa contro le donne che hanno abortito, ma contro coloro che le hanno convinto che è giusto abortire e che hanno fatto dell’uccisione dei bambini un diritto civile e una bandiera del progresso».
Le polemiche e l’attentato
La scelta della parrocchia era stata criticata dalle femministe di Non una di meno e da alcune autorità locali, tra le quali l’ex presidente del Tribunale dei Minori di Trento, Bernardetta Santaniello. Lo stesso decano di Rovereto Don Sergio Nicolli aveva preso le distanze, facendo sapere che non era stato messo al corrente della scelta e di disapprovarla. Il presepe era stato così smontato e portato all’interno della chiesa. Evidentemente, per gli attentatori non è stato sufficiente. «Chi ha incendiato l’ingresso della chiesa di San Rocco, a Rovereto, è nemico del dialogo e del confronto pacifico. Abbiamo fiducia nelle forze dell’ordine e attendiamo che le indagini facciano il loro corso, nell’interesse di tutta la comunità», ha scritto sulla pagina Facebook il presidente leghista della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, postando una foto del portone danneggiato. «Al momento – ha aggiunto – non ci sono certezze sulla matrice dell’attacco. È certo che da parte nostra deve esserci tutta l’attenzione e la ferma condanna nei confronti dei responsabili che, qualora fossero garantiti alla giustizia, dovranno essere pesantemente condannati».
Le cosiddette “femministe” scendevano in piazza contro Berlusconi, ma non hanno detto una parola a favore di Pamela Mastropietro e di Désirée. Adesso si mobilitano contro questo presepe: non servono commenti. Gli incendiari sono delinquenti da trattare come tali!.