“Apri le cosce…”. Consigliere leghista insulta Emma Marrone e viene espulso dal partito
“Faresti bene ad aprire le tue cosce, facendoti pagare per esempio”. Così su Facebook il consigliere della Lega di Amelia, in provincia di Terni, Massimiliano Galli, ha insultato la cantante Emma Marrone che durante un concerto a Eboli ha gridato lo slogan “Aprite i porti”, un’uscita che le ha procurato le critiche, anche molto virulente, di numerosi utenti social.
Massimiliano Galli ha però esagerato, anche tenendo conto del suo ruolo istituzionale, di qui la decisione dell’espulsione, così spiegata in un comunicato dalla Lega Umbra per bocca del segretario regionale Virginio Caparvi: “La Lega Umbria si dissocia dal commento sessista espresso dal consigliere comunale di Amelia. Anche il dissenso più forte non può mai scadere in simili commenti. Le affermazioni del consigliere non solo sono inaccettabili, ma assolutamente distanti dallo spirito e dai valori espressi dalla Lega e dunque chiunque utilizzi questo linguaggio non può rappresentare il nostro movimento”. Il Fatto quotidiano ha ricordato che Galli aveva innescato già nel 2017 una polemica in seguito alla quale si era dimesso dalla giunta di centrodestra di Amelia. Una diatriba iniziata sempre con un post nel quale Galli scriveva: “In Siria c’è in atto da più di 12 anni una guerra civile tra musulmerde. La differenza la fa il fatto di essere uno sciita o un sunnita. Secondo il mio pensiero si dovrebbero ammazzare tutti fino all’ultimo individuo siriano”. È evidente che il consigliere scambia la critica del politicamente corretto con le battute volgari ed è, in questa sua tendenza, anche recidivo…
La cantante ha a sua volta replicato così, sul suo profilo Instagram, a proposito della polemica nata per le sue parole: “Mi rivolgo ai giornalisti: io capisco che per avere click sui vostri siti avete bisogno di far nascere polemiche e sporcare anche il pensiero positivo che un artista cerca di mandare dal proprio palco. Fin quando avrò un palco sotto il culo dirò sempre ciò che penso, sempre. Anche se questo significa andare contro di me e perdere qualcuno per strada”. Per poi concludere: “A trentacinque anni, sono una cittadina italiana, esiste la libertà di pensiero e di parola e continuerò a dire quello che penso. E scrivetelo adesso l’articolo”.