Inchiesta/I rifiuti nel Lazio, crocevia per affari e gratitudine con una politica debole
Attraverso i rifiuti nel Lazio si sviluppano trame di potere. Si consumano affari e gratitudine. Ma nell’acquario c’è spazio per pochi pesci.
I cittadini devono sapere e il Secolo d’Italia intende spiegare con una propria inchiesta in almeno sette puntate che cosa sta succedendo tra la regione di un girovagante Zingaretti a doppio incarico e un Campidoglio a inconcludente guida Raggi. La grande monnezza non nasce a caso, perché l’emergenza è continuamente provocata. Ad arte. La regione non rinnova il piano dei rifiuti, fermo per chissà quanto tempo ancora nelle commissioni della Pisana; il Comune non indica il luogo dove collocare i rifiuti di Roma. I potenti, i supremi, ci sguazzano.
L’era di mezzo della grande monnezza
Osservatori attenti potrebbero indicarla come l’era di mezzo dei rifiuti, con una politica debole e consequenzialmente soggetta ai detentori del business. Non a tutti, ma a quelli più comodi, più disponibili, più generosi. Dice un esperto operatore del settore: “Il pesce grandissimo continuerà a divorare quello grande“.
Ma è inutile girarci attorno, le responsabilità di un mercato chiuso e senza concorrenza dove persino il pubblico serve a garantire affari, le responsabilità sono principalmente di una politica che non ha coraggio. Il tiremmolla sulla discarica di Roma ne è esempio. Sono mesi che tra Regione Lazio e Comune di Roma si disputa una partita senza risparmiarsi colpi, altro che leale collaborazione istituzionale…
Chi comanda negli enti del territorio
Ai più appare strano, perché nel passato la concertazione era cercata, altrimenti si decideva. in regione. Malagrotta e Colleferro, Borgo Montello (a Latina) e Roccasecca in Ciociaria fino a Viterbo stanno lì a testimoniare come le istituzioni del territorio abbiano dovuto cercare l’intesa per le discariche. Per Roma, invece, nessuno decide. Curioso, no?
Il più delle volte – ricordiamo personalmente il caso di Roccasecca – la regione accettava la proposta della provincia competente (Frosinone in quel caso) ma l’inerzia di questi tempi risulta sconosciuta ai più. Domani cominceremo a vedere che cosa sta succedendo.
1 – continua