Tra Di Maio e Salvini è derby persino sul 25 aprile: resta una “festa” divisiva (video)
E questo sarebbe il nuovo? Il cambiamento? Che pena, Luigi Di Maio, che trova la maniera per un altro derby – finto – con Matteo Salvini. Ora addirittura sul 25 aprile. E’ evidente che si è in presenza di una recita collettiva. Oppure il papà non gli ha spiegato bene la storia. E chissà che ne pensa Vittorio Di Battista, padre dell’amico-nemico Alessandro.
Solo commiserazione
Pur di raccattare voti a sinistra, Di Maio si è cimentato in una sparata partigiana a cui non crederà nessuno. Ma è fatto così. E si è fatto intervistare per dirla proprio male: “Io ho ben chiaro da che parte stare il 25 aprile, dalla parte dei nostri partigiani che ci hanno liberato, non dalla parte di chi parla male dei partigiani o di chi vuole dire che il 25 aprile non è stato il giorno della Liberazione”.
La dedichiamo a quanti, da destra, hanno rincorso in questi anni Grillo e i suoi devoti. Perché Giggino il Tapino ignora quante divisioni e lacerazioni quella data rappresenti per chi stava dall’altra parte. Generazioni intere hanno sofferto l’assenza di una volontà di pacificazione nazionale e queste dichiarazioni sono destinate a rinfocolare odio. O commiserazione, se si vede chi l’ha fatta.
Un giovane leader tanto vecchio
E soprattutto fa venire il voltastomaco il motivo per cui ha detto quelle cose. Siccome Salvini – per motivi suoi – ha fatto sapere che il 25 aprile preferisce stare a Corleone “per liberare l’Italia dalla mafia”, Di Maio non ce l’ha fatta a stare zitto. E, come si vede nel video, si è messo davanti ad una selva di microfoni per sparare la sciocchezza del giorno. “Io – ha detto – festeggerò il 25 aprile perché è un giorno importante per la nostra storia. Poi 365 giorni all’anno noi contrastiamo le mafie e la corruzione. Ma quel giorno, importante per la nostra nazione, non ci sono due parti che si combattono“.
Eppure, fior di storici raccontano la guerra civile in Italia e adesso arriva fresco fresco Luigino a raccontarci come andò. Negando valore, esistenza, rispetto ai soldati che stavano dall’altra parte. E’ una vergogna che un giovane leader si mostri tanti vecchio.
Questo sta’ a dimostrare quanto siano sinistri i 5 stalle e per giunta ignoranti perché nn han studiato ma solo letto e imparato a memoria, senza azionare il cervello ammesso ne abbiano, quello che centri sociali da cui provengono e sinistrati hanno detto della fine della guerra
iNUTILE, HA CONTINUAMENTE PAURA CHE SALVINI GLI FREGHI OGNI GIORNO L’INTERVISTA, LA RAPPRESENTATIVITA’ DEL GOVERNO DA LORO FORMATO. E PER FAR SI CHE QUESTO NON ACCADA E’ DISPOSTO PURE A SPOAARSI COL DIAVOLO. NON SI E’ ANCORA ACCORTO CHE SE NON CI FOSSE SALVINI E CONTE SAREBBE COME MACRON E FAREBBE LA STESSA FINE.