Usa-Iran, sempre peggio. Trump: “Opzione militare sul tavolo”. Teheran impicca una “spia” della Cia

22 Giu 2019 18:43 - di Domenico Bruni

Gli Stati Uniti imporranno sanzioni aggiuntive all’Iran allo scopo di impedire alla Repubblica islamica di dotarsi di armi nucleari. Lo ha detto il presidente americano Donald Trump, chiarendo – all’indomani della sua decisione di sospendere un attacco solo 10 minuti prima che iniziasse – che l’opzione militare resta sul tavolo. “Imporremo ulteriori sanzioni all’Iran – ha detto Trump ai giornalisti alla Casa Bianca- In alcuni casi andiamo lentamente, ma in altri ci stiamo muovendo rapidamente”. E l’opzione militare, ha ribadito, “è sempre sul tavolo, fino a quando (la crisi) non sarà risolta”. “L’Iran – ha aggiunto Trump parlando della possibilità di altre sanzioni prima di partire per Camp David, dove avrà una serie di riunioni sulla crisi con Teheran – al momento si trova nel caos dal punto di vista economico, stanno attraversando l’inferno”. Poi, il presidente è tornato sul suo ripensamento all’attacco militare contro l’Iran: “Non voglio uccidere 150 persone a meno che non sia assolutamente necessario”. Trump ha poi aggiunto: “Penso che siano stati molto saggi” a non abbattere un aereo americano con 38 persone a bordo che volava due giorni fa insieme al drone da ricognizione. Lo ha detto Trump in un riferimento a quanto rivelato ieri dagli iraniani, che avrebbero potuto abbattere, ma non lo hanno fatto, come sostenuto dai Pasdaran, il velivolo militare che accompagnava il drone abbattuto. “C’era un aereo con 38 persone a bordo, avete visto? – ha detto Trump – Penso che sia una notizia grossa. Lo avevano avvistato e non lo hanno abbattuto. Penso che siano stati molti saggi a non farlo. E apprezziamo che non lo abbiano fatto. Penso sia stata una decisione molto saggia”. Poi, il presidente ha ribadito che l’Iran “non dovrà avere armi nucleari, quando saranno d’accordo su questo, diventerà un Paese ricco, saranno così felici, e io sarò il loro migliore amico. Spero che questo succeda”.

Ma Teheran non fa certo sconti agli Usa:  è “falso” quando affermato ieri dal presidente americano, Donald Trump, il quale ha raccontato sui social di aver deciso di fermare la rappresaglia contro l’Iran una volta messo al corrente che il raid avrebbe provocato 150 morti. Lo ha dichiarato su Twitter Parviz Esmaili, portavoce dell’ufficio del presidente iraniano Hassan Rohani. “L’affermazione di Trump di aver annullato l’attacco all’Iran all’ultimo momento a causa del numero di vittime non è vera”, ha sostenuto Esmaili, secondo cui la contrarietà degli alleati regionali degli Stati Uniti potrebbe essere stata una delle ragioni che avrebbe fatto ricredere il presidente americano. Intanto si è appreso solo oggi che un iraniano ex dipendente della divisione aero-spaziale del ministero della Difesa di Teheran è stato giustiziato per spionaggio a favore della Cia, l’agenzia di intelligence statunitense. Lo ha riferito la tv di Stato Irib ricordando come Jalal Haji Zavar e la moglie fossero stati arrestati nel 2010 dopo che le autorità avevano scoperto “prove evidenti” nel loro appartamento. L’uomo era stato condannato a morte da un tribunale militare mentre la moglie a 15 anni di carcere. Secondo Irib Haji Zavar è stato impiccato all’inizio di questa settimana nel carcere di Rajai Shahr nella città di Karaj.

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