Il Conte-bis sa già di minestra riscaldata. Dal premier né slancio né idee
Qualcuno, quando stava per profilarsi il re-incarico al premier dimissionario, ha titolato su “Conte 2 – La vendetta“, ma le prime parole dell’Avvocato del popolo, passato con la massima disinvoltura dalla guida di un governo con la Lega ad uno con il Pd manco fosse la reincarnazione di Tayllerand, spargeranno altra delusioni su chi immaginava un finale a spade sguainate e assalti alla baionetta. Più che a vendicarsi (ma di chi poi, visto che sta ancora imbullonato a Palazzo Chigi?), Conte ha infatti badato soprattutto a sopire e a troncare: «Preciso subito – ha esordito appena incassato l’incarico da Mattarella – che non sarà un governo contro, sarà un governo per il bene dei cittadini, per modernizzare il Paese, per rendere la nostra nazione ancora più competitiva nel contesto internazionale, ma anche più giusta, più solidale, più inclusiva». Immaginate se uno può guidare un governo annunciando qualcosa di diverso.
Da Conte il solito elenco di buoni propositi
Ma le minestre riscaldate sono così: rassicuranti quanto vuoi, ma insipide fino al disgusto. A Conte, però, poco interessa. Il suo è tutto un arzigogolare a colpi di «fase molto delicata per il Paese», e di propositi tipo «uscire al più presto dall’incertezza politica innescata dalla crisi di governo» fino a concedersi un momento di autentico brivido quando ha esortato ad «adoperarci per trasformare questo momento di crisi in opportunità e in occasione di rilancio», per poi atterrare sulle bugie della presentazione del suo bis come di «un governo nel segno della novità. Quanto al passato con Salvini, il furbo Conte lo aggira così: «Ho vissuto già un’esperienza di governo e confesso che la prospettiva di avviare una nuova esperienza di governo con una maggioranza diversa mi ha sollevato più di qualche dubbio Ho superato queste perplessità nella consapevolezza di avere cercato di operare sempre nell’interesse di tutti i cittadini. Nessuno escluso».
Oggi le consultazioni con i gruppi della nuova maggioranza
Il resto è il solito elenco di buoni propositi: «Definire una manovra economica che contrasti l’aumento dell’Iva, che tuteli i risparmiatori, che offra una solida prospettiva di crescita e di sviluppo sociale». Ne parlerà anche alle consultazioni con i gruppi parlamentari che appoggeranno il governo fissate per oggi a Montecitorio nella Sala dei Busti. Quanto al rapporto con l’Europa e alla difesa degli interessi nazionali, essa – ha assicurato – «va concepita nel quadro di un multilateralismo efficace, fondato sulla nostra collocazione euro-atlantica e sulla integrazione europea». Un “ma anche” continuo, insomma, come nella migliore tradizione di chi vuol durare senza scegliere. Quando si dice il nuovo che avanza.
Questa mattina il conte non ha voluto essere da meno dei suoi supporters ex democristiani e ha pescato dal cappello l’umanesimo, addirittura il nuovo umanesimo governativo ,con un chiaro riferimento all’aspetto sociologico dell’uomo. Ora il fenomeno storico va collocato tra la fine del 14° sec. e il 15° sec. ed è un periodo in cui sia in guerra che in pace contro l’uomo fu commesso ogni peggiore nefandezza possibile, tra cui anche la famosa inquisizione ecclesiastica. L’umanesimo ripescò gli studi dei classici quello si, accennò anche alla centralità umana ma al di là della teoria non andò .