Rai, il Pd vuole “fucilare” Foa. E lo considera già “un morto che cammina”
Le mani sulla Rai passano anche per la defenestrazione di Marcello Foa. Non era passato neppure un minuto dalla formazione del governo giallorosso e già il Pd ne chiedeva la testa. Le poltrone fanno comodo, figuriamoci quella di Viale Mazzini. E i grillini assistono passivamente.
Come riporta Affaritaliani.it, Foa è considerato un dead man walking, un “morto che cammina”. Contro gli hanno mandato il dem Michele Anzaldi, armato di lancia come gli antichi guerrieri. Dietro le quinte c’è sempre lui, Matteo Renzi, che – secondo le indiscrezioni – dispensa consigli anche ai nuovi alleati grillini, notoriamente inesperti. In sostanza, il Pd è intenzionato a riprendere totalmente possesso della Rai, come ha fatto per decenni. La democrazia televisiva esiste solo se l’informazione risponde ai canoni imposti dalla sinistra.
La scusa è quella di cancellare qualsiasi traccia della stagione un po’ gialla ma troppo verde leghista. L’obiettivo vero è prendersi una poltrona importante e poi cambiare rete per rete, tutti devono essere scendiletto del governo e soprattutto del Pd. Foa – scrive Affaritaliani.it – «è più di ogni altro l’incarnazione fisica di quell’atmosfera di “cambiamento” sovranista-populista che ha aleggiato per un attimo di tempo e in un punto di spazio alla Rai, e come tale dev’essere abbattuto. Intelligente e accorto, l’ex firma di punta del Giornaleha capito da tempo la malaparata, e si sta già muovendo per lasciare onorevolmente la Presidenza, magari ottenendo un prestigioso posto nel CdA Rai.
Per il Fatto Quotidiano il presidente della Rai «è sotto assedio, chiuso nel suo ufficio del settimo piano, in attesa di essere destituito. È stato breve ma intenso il dominio di Marcello Foa sulla Rai. Ora non si ragiona se mandarlo via, ma come e quando». L’alternativa è la “via Anzaldi” «nel senso di Michele, l’uomo che presidia la Rai per il Pd: l’elezione di Foa sarebbe illegittima, viziata da un paio di schede segnate, quindi irregolari. Anzaldi chiede da mesi l’accessi agli atti per verificare se sia davvero così, ma gli è stato sempre negato».
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