Sondaggio, gli italiani non vogliono il Conte-bis. E neppure i porti aperti

7 Set 2019 12:31 - di Redazione

«La festa appena cominciata è già finita». Fosse una storia d’amore, verrebbe automatico canticchiare il  celebre motivo di Sergio Endrigo. Ma poiché parliamo dell’indice di gradimento del nuovo governo, dobbiamo limitarci semplicemente a registrare l’esito del sondaggio effettuato dall’Ipsos di Nando Pagnoncelli per il Corriere della Sera sul gradimento del nuovo governo.

Sondaggio Corsera: «Sgradito al 52% degli italiani»

Un sondaggio che conferma, anche se in termini non così clamorosi, che il Conte-bis non piace alla maggioranza degli italiani. A differenza per altro del Conte-uno che al momento dell’insediamento totalizzava un rotondo 60 per cento. Per il governo appena nato, invece, si spella le mani solo il 36 per cento a fronte di un 52 che fischia dal loggione. Non proprio un viatico incoraggiante per un esecutivo che lunedì e martedì della prossima settimana dovrà affrontare in sequenza Camera e Senato. E soprattutto la piazza mobilitata da Giorgia Meloni, che ora trova “legittimazione” numerica anche dal sondaggio del Corsera. Che il governo nasca minoritario lo conferma anche il diffuso scetticismo registrato dal sondaggio relativo alla sua durata: ben il 45 per cento gli accredita infatti pochi mesi di vita, massimo un anno e solo uno striminzito 18 ritiene che il trio M5S-Pd-Leu riesca a tagliare il traguardo dell’intera legislatura.

Solo l’11% degli intervistati vuole nuove regole per i migranti

Brutte notizie arrivano anche dalle priorità che, spiega il sondaggio, secondo i cittadini dovranno essere affrontate: appena 11 italiani su cento ritengono fondamentale rivedere le politiche sull’immigrazione. Un vero altolà a chi pensasse, Pd e Leu in testa, di riaprire i porti senza pagare pegno in termini di consenso e di credibilità. Ammonta, invece, al 71 per cento la fetta di cittadini che chiede di mettere in cima all’agenda del governo giallo-rosso i temi legati alla crescita, al lavoro e allo sviluppo. Ma tutto autorizza a pensare che resteranno delusi. Forse, a differenza della canzone di Endrigo, la festa del Conte-bis neppure comincia.

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