Agente di Polizia penitenziaria uccide moglie e figlia. Poi si spara un colpo di pistola alla testa

12 Ott 2019 8:55 - di Redazione
agente di polizia penitenziaria

Un’altra tragedia. Ad Orta Nova, in provincia di Foggia, un agente di Polizia penitenziaria di 53 anni ha ucciso a colpi di pistola la moglie e le due figlie di 12 e 18 anni. Poi si è tolto la vita. L’uomo è deceduto in un momento successivo, dopo essere stato trasportato dall’ambulanza del 118 agli Ospedali Riuniti di Foggia. Avrebbe chiamato i carabinieri annunciando di aver compiuto la strage.

24 ore prima si era diffusa un’altra notizia: un agente, originario della Calabria e da molti anni in servizio nel carcere di Piacenza, si è tolto la vita. Si è impiccato nei pressi della cantina di casa.

La morte dell’agente di Polizia penitenziaria

Su quest’ultimo suicidio il dolore del sindacato Sappe. «Sembra davvero non avere fine il mal di vivere che caratterizza gli appartenenti al Corpo ». A dichiararlo è Donato Capece, segretario generale del Sappe. «Siamo sconvolti. L’uomo era da tempo assente dal servizio per malattia. Ma era benvoluto da tutti. Ha atteso che la moglie uscisse di casa e ha posto in essere il tragico gesto». Capece non entra nel merito delle cause che hanno portato l’agente a togliersi la vita. Sottolinea come sia importante «evitare strumentalizzazioni». Perciò è «fondamentale e necessario comprendere e accertare quanto hanno eventualmente inciso l’attività lavorativa e le difficili condizioni lavorative nel tragico gesto»

«Non sappiamo se, in questo, era percepibile o meno un eventuale disagio che viveva l’agente di Polizia penitenziaria. Quel che è certo è che sui temi del benessere lavorativo l’amministrazione e il ministero della Giustizia sono in colpevole ritardo». Neppure un’iniziativa concreta. «Al ministro Bonafade e ai sottosegretari chiedo un incontro per attivare serie iniziative di contrasto al disagio dei poliziotti penitenziari».

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