Alla scuola solo due miliardi. Ora il grillino Fioramonti mantenga l’impegno e si dimetta
Si dimette, non si dimette. Ci fossero ancora le voci di Ameri e Ciotti, sai che spasso a sentirli interrompersi a colpi di «scusa Enrico» e di «vai Sandro». E non per un partita di calcio, ma per seguire in diretta le mosse di Lorenzo Fioramonti. Sarebbe il ministro dell’Istruzione. Ma è noto soprattutto per l’adesione entusiastica degli studenti agli scioperi gretini e la minaccia lanciata sin dal giuramento: o mi danno tre miliardi per la scuola o mi dimetto. Facile a dirsi, difficile a farsi. E sì, perché si avvicina l’ora di far seguire alle parole i fatti, visto che i miliardi – come le pizze di Peppiniello in Miseria e nobiltà – sono solo due.
Fioramonti aveva minacciato: o tre miliardi o dimissioni
Apposta il Palazzo vacilla e sfoglia la margherita: si dimette, non si dimette. Dovesse realmente prendere cappello e togliere il disturbo, il Conte-bis traballerebbe di brutto. Il governo è in uno stato catatonico. Persino la defezione di un Carneade come Fioramonti basterebbe a buttarlo giù. Infatti, non è lui a preoccupare, ma la poltrona che occupa. Un ministro di sinistra che si dimette contro un governo di sinistra che non dà i soldi alla scuola (di sinistra) non è solo una crisi politica: è la fine del mondo.
Per Di Maio un’altra gatta da pelare
In più c’è il dramma personale di Di Maio. In teoria sarebbe il capo politico del grillino Fioramonti. Nella realtà è un uomo braccato dai suoi che non gli perdonano il collasso nei sondaggi. Dalle dimissioni del ministro lui sarebbe il più colpito. Innanzitutto perché dovrebbe sostituirlo e non sa come fare a sceglierne uno senza scontentarne cento. E poi perché uno che lascia la poltrona per mantenere fede ad un impegno è destinato a diventare una calamita per i parlamentari delusi da Giggino. E così anche il casino di Fioramonti rischia di farsi caso politico. E l’ora x della sua decisione di trasformarsi nell’ora più buia del Conte-bis. È proprio vero che quando il sole è basso anche i pigmei hanno l’ombra lunga.
Molto Onorevole “so tutto io”, non so se rimarrà o meno, non me ne importa più di tanto, quello che mi preoccupa è che lei, con la posizione che ricopre, fornisce spesso pareri decisamente fuorvianti sulla Storia e dà patenti di fascista a sproposito. Le ricordo che SENZA SOLUZIONE DI CONTINUITA’ personale del Sicherheitsdienst -polizia delle SS- continuò ad operare nei SERVIZI tedeschi dopo la resa della Germania, per espressa volontà dell’ OSS USA, così come ex Ufficiali nazisti delle Waffen SS erano inseriti nell’Esercito tedesco del dopoguerra. Non mi risulta che, non dico De Gasperi, ma né Togliatti, segretario del PCI, né Pertini, segretario del Partito Socialista di Unità Proletaria, si fossero mai risentiti. Lei invece 75 anni dopo mi viene a fare il pistolotto su Lega e FdI che andrebbero in giro in “orbace”. Ma sia serio!