Zaia anticipa le mosse del governo: «Ci hanno offerto 27 milioni di dosi. L’Italia si svegli»

16 Feb 2021 15:51 - di Mia Fenice
Zaia

«Voglio vaccini per tutti in Veneto. Il mio sogno è realizzare il “Veneto Covid free”». Lo ha sottolineato il presidente della Regione Luca Zaia oggi nel corso del consueto punto stampa, in cui ha spiegato che sulla volontà di acquistare vaccini in proprio «ieri ne ho parlato con il commissario Arcuri: ho spiegato che ci eravamo rivolti ad Aifa e a sua volta ci ha dirottato su di lui. Il professor Arcuri, ha già sentito il dgl della sanità del Veneto Luciano Flor, che a sua volta ha richiesto il numero dei lotti dei vaccini».

Il governatore del Veneto ha avvertito che «qualora ci fosse confermata la fornitura per 27 milioni di dosi il Paese non può girarsi dall’altra parte. Flor sta facendo una verifica formale riguardo ai lotti e alle matricole – ha spiegato – questo non è fare politica ma abbiamo cinque milioni di veneti che potrebbero chiedere di essere vaccinati ed è solo questo quello che conta».

Zaia sull’acquisto autonomo dei vaccini

Proprio ieri Zaia a proposito dell’acquisto autonomo dei vaccini aveva detto  di aver «avuto un’offerta per 12 e una per 15 milioni di dosi di vaccino. Sono proposte sul mercato europeo. Abbiamo chiesto le offerte per iscritto. Nel frattempo abbiamo scritto all’Aifa, ci ha risposto dopo 10 giorni dicendo di parlare con Arcuri…».

Il prezzo dei vaccini in linea con quelli di mercato

In conferenza stampa di oggi Zaia ha poi precisato: «Il prezzo dei vaccini che ci hanno proposto è in linea con quelli di mercato, anzi in un caso sono lievemente inferiori e noi non strapagheremo mai i vaccini».

E poi ha ribadito come «anche la Commissione europea ha confermato che il vincolo per gli acquisti di vaccini riguarda gli Stati membri, ma non le Regioni. Si tratta però di un acquisto di farmaci fuori confine per le Regioni ed è per questo che abbiamo chiesto l’autorizzaizone all’Aifa». Quindi sulle voci secondo le quali la Germania stia trattando direttamente con Moderna per acquistare dosi in proprio il governatore del Veneto ha risposto: «È da un pezzo che dico che la Germania sta negoziando e sono convinto che altri paesi europei lo stiano facendo. Il commissario Arcuri mi ha confermato che c’è un vincolo ma mi pare che i paesi europei si stiano organizzando con canali alternativi».

«Non pensino di toglierci i vaccini e farceli pagare»

Quanto alla possibilità che gli acquisti fatta dalla Regione possano essere scalati dalla dose nazionale prevista per la stessa regione Zaia ha un’idea precisa. «Se domani mattina mi arriva il camion con cinque milioni di dosi, queste dosi le ho subito. Mentre i cinque milioni di dosi che mi scalano mi sarebbero date nei mesi successivi. Così, ci guadagno sul fattore tempo che è determinante – ha sottolineato – ma non pensino di toglierci i vaccini e di farceli anche pagare. Se mi togli i vaccini me li devi pagare come previsto nel piano nazionale per cui i vaccini sono gratuiti e pagati dallo Stato: altrimenti, si arriva al paradosso della virtuosità».

Zaia: «Preoccupato per variante inglese»

«Da cinquanta giorni le curve dell’epidemia in Veneto sono in calo continuo ma non possiamo abbassare la guardia anche perché anche qui in Veneto è presente la variante inglese e siamo preoccupati. Sulla presenza della variante inglese siamo stati i primi a sollevare questo problema ancora a Natale, e adesso delle varianti si discute in tutto il mondo. E allora, se davvero la variante inglese è più aggressiva per qualità e quantità dell’infezione potremmo avere “tante turbolenze in volo”».

E ancora ha sottolineato Zaia: «Vogliamo entrare nelle scuole per test a tappeto per misurare la circolazione del virus nelle superiori mentre per il prossimo anno puntiamo all’autosomministrazione guidata dei test anticovid da parte degli studenti. Ed è per questo – ha annunciato – che abbiamo presentato la validazione del test fai da te a Roma contestualmente a quanto fatto da una grossa multinazionale”. Mentre Zaia ha confermato che «almeno fino al 5 marzo rimane la presenza al 50 per cento degli studenti in aula nelle superiori».

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