«Letizia vincerebbe facile se tutti i nemici fossero come me…»
Non c’è nessun attrito con Letizia Moratti. Sto rientrando a Milano per un appuntamento elettorale a suo sostegno. Le pare che lo farei se fossi schierata contro il sindaco?». Daniela Santanchè liquida in una battuta le pagine dei giornali, i servizi e le polemiche sul suo “scambio di vedute” a distanza con la Moratti sul “caso Lassini” (il candidato Pdl che ha messo in circolazione i manifesti che paragonano i giudici alle Br).
Sottosegretario Santanchè, ammetterà che la situazione a Milano sia perlomeno incandescente.
Neanche per sogno. Io e Letizia abbiamo lo stesso spirito. Ce la sto mettendo tutta per farla vincere al primo turno. Ho fatto due giorni di vacanza e da oggi riparto con una serie di iniziative cittadine per la campagna elettorale. Le dirò di più, se tutti i “nemici” del sindaco fossero come me, si vincerebbe senza il rischio di andare al ballottaggio. Mi trovi qualcuno che sta lavorando più di me.
Da una parte il suo ottimismo, dall’altra ci sono autorevoli esponenti del Pdl che la accusano di parlare troppo…
Chi lo dice? Non l’ho letto da nessuna parte.
Glielo leggo io. Maurizio Lupi ad esempio…
Maurizio m’ha chiamato, ci ho parlato al telefono, dice di essere stato interpretato male.
Andiamo avanti, Maurizio Gasparri la invita a non farsi prendere dal “tafazzismo”…
Questo l’ho letto. E ho letto pure l’accusa di essere tra gli untorelli. Io consiglierei a Gasparri di non scomodare Manzoni.
Non lo scomodiamo, ma qualche punto fermo va messo. I manifesti di Lassini li difende o no?
Assolutamente no. Lassini ha commesso un errore, ha sbagliato. Ma è un gesto di un uomo che è stato ingiustamente in galera, che qualche motivo di risentimento ce l’ha. Io difendo l’uomo, non il gesto. Non abbandono chi è finito in carcere da innocente. Ma dico pure di andare avanti, di non passare il tempo a farci del male tra di noi.
E se Lassini dovesse venire eletto?
È un problema che non mi pongo, non faccio ragionamenti su quel che potrà essere. Quando sarà, se sarà, ne parleremo.
Ma lei lo voterebbe?
Io voto Silvio Berlusconi.
Che però ovviamente non verrà in consiglio comunale.
Non è la prima volta, era capolista anche l’altra volta. E lui non è il primo a farlo. Anche in campo avverso hanno fatto lo stesso altre volte. Noi abbiamo in mano l’asso Berlusconi e non lo giochiamo? Sarebbe autolesionistico.
Dica la verità, ha ricevuto rimproveri per queste sue dichiarazioni?
Non sono tipo da farmi rimproverare.
Questo si intuisce. Però dica la verità, anche alla luce di questa ultima polemica, non le sembra di essersi ritagliata nel Pdl il ruolo del poliziotto cattivo dei telefilm americani?
Non mi pare. Piuttosto sono consapevole di essermi ritagliata un ruolo politicamente scorretto. Questo sì. La mia è la posizione di chi ascolta la gente comune. E, soprattutto, di chi non ha paura di dire sempre quel che pensa.
Da sottosegretario all’attuazione del programma potrà fare da collegamento tra quello che chiede la “gente comune” e quello che invece è stato “attuato”.
Intanto stiamo preparando un dossier sulle riforme varate dall’esecutivo e non sufficientemente promosse tra i cittadini.
E questa è la parte “promozionale”. Riconoscerà, tuttavia, che di cose da fare ce ne sono ancora parecchie…
È vero. Stiamo lavorando anche su questo. Io dico tre punti: riforma della giustizia, riforma tributaria e riforma dell’architettura dello Stato.
Primo punto la giustizia. È sicura che sia la prima urgenza avvertita dagli italiani?
Io dico di sì. C’è una giustizia lenta, c’è una direttiva europea che ci ha sanzionato per questo motivo. Non è possibile non avere la separazione delle carriere tra chi giudica e chi conduce le indagini. Non è possibile avere dei magistrati che sono al di sopra di tutto e di tutti. Se sbaglia un medico paga, se sbaglia un poliziotto paga, se sbaglia un giudice no. Le pare giusto?
Torniamo alle incomprensioni tra lei e la Moratti. Non crede che possano creare confusione tra gli elettori del centrodestra?
Le torno a dire. Io stimo il sindaco Moratti, ha fatto un ottimo lavoro per Milano. Ha lavorato in termini di servizi, riqualificandola.
Però i sondaggi non premiano questo lavoro.
È vero, ma non dipende dal fatto che i milanesi hanno cambiato schieramento. Semplicemente c’è un’alta percentuale di astenuti.
A questo deve aggiungere la concorrenza interna della Lega.
Il Carroccio è un alleato affidabile, per me è tutto tranne che un motivo di preoccupazione.
E i candidati della sinistra e del terzo polo non la preoccupano?
Partiamo da Manfredi Palmieri. Che credibilità mai potrà avere un signore che fino all’altro ieri era nella maggioranza che ha sostenuto la Moratti? Credo poca.
Ha da ridire anche sulla credibilità di Giuliano Pisapia?
No, è una persona che rispetto. Ma se persino quelli del Partito democratico lo trovano troppo a sinistra, secondo lei i milanesi danno la città in mano un comunista?