Cari “compagni”, Santoro vi ha fregato
«Se Santoro va via dalla Rai lo fa perché privilegia il business. Oltre due milioni di euro di liquidazione e un contratto in tasca con La7, mi pare chiaro che qui non si sta discutendo di politica, ma di affari». Giorgio Lainati, vicepresidente della Commissione di Vigilanza, è un anti-santoriano della prima ora. Comprensibile che il deputato Pdl, già giornalista Fininvest, sia tutt’altro che addolorato per l’addio a viale Mazzini del conduttore di Annozero.
Onorevole Lainati, stanotte ho fatto un sogno: al posto di Santoro tornavano Masotti e Socci. Mi tranquillizzi, mi dica che è stato solo un incubo.
Comprendo la sua ironia, ma confido che la dirigenza Rai non ripeta gli errori del passato. Ci sono tante professionalità interne all’azienda in grado di assicurare una copertura informativa all’altezza del servizio pubblico.
Quindi dopo Santoro siamo sicuri che non ci rifileranno un altro reality?
Questo non sta a me dirlo, ma sono sicuro di no. Un’altra trasmissione di approfondimento giornalistico, non orientata in una sola direzione, si può realizzare.
Quindi non ci sarà un “Annozero” di centrodestra?
Sarebbe un errore gravissimo. I miei attacchi a Santoro nascono proprio dalla sua faziosità. Nessuno nel centrodestra chiede questo.
Ha in mente un nome di un conduttore ideale?
In Rai ce ne sono tanti. Ha presente Giovanni Floris? Prima di condurre “Ballarò” era già bravo, ma meno noto. All’inizio gli ascolti della sua trasmissione non erano esaltanti, ma gli hanno dato tempo. Un’informazione equilibrata è possibile, non necessariamente bisogna fare del giornalismo militante.
Ma avrà in mente una tipologia di conduzione. Mi faccia un nome.
Gliene dico uno al di fuori di viale Mazzini. Parlo da telespettatore. Mi piace il tipo di approfondimento di Alessio Vinci, il conduttore di “Matrix”. Equilibrato, preparato, non provinciale.
Santoro, liquidato con oltre due milioni, da “santo subito” a “saldo subito”?
Sono anni che veste i panni del martire, ma questa è un’operazione di puro business.
In questo modo non tradisce la sinistra che lo aveva adottato come eroe dell’informazione libera in Rai?
Forse possono rimanere deluse le frange più estremiste. Quelle della sinistra radicale. In realtà lui ha una sua linea che dava fastidio anche al Pd. Si ricorda quando intervenne pesantemente contro l’allora ministro della Giustizia, Clemente Mastella? Si schierò apertamente con Antonio Di Pietro. Le dirò di più, probabilmente sulla fine del governo Prodi influì anche quella campagna di Santoro.
Forse la cancellazione di “Annozero” dal palinsesto fa felice anche parte del Pd. Di sicuro fa felici i vertici de La7. Si conferma terzo polo a tutti gli effetti.
In realtà sarebbe un quarto polo. Nella tv generalista il peso di Sky è sotto gli occhi di tutti. E questo, con buona pace di chi parla di duopolio televisivo. Se poi andiamo a vedere i programmi de La7, tutti orientati a sinistra, è chiaro che l’informazione in Italia è principalmente antigovernativa.
Intanto Santoro ha pubblicato sul suo sito i dati di ascolto della trasmissione. “Annozero” ha fatto felice la Sipra, la concessionaria di pubblicità della Rai. Dicono che rinunciarci è quasi un suicidio.
Chiariamo un paio di cose. Nella competizione degli ascolti, la Rai anche quest’anno ha vinto tutti i cosiddetti periodi di garanzia, in particolare nel campo dell’intrattenimento e della fiction. Ma il successo viene oscurato dalle polemiche, montate ad arte, sul destino del programma di Raidue e sui palinsesti di Raitre. Semmai andrebbe sottolineato il fatto che, con Berlusconi al governo, il gruppo Mediaset che fa riferimento alla sua famiglia non ha ricevuto nessun vantaggio.
Però sul “Corriere della Sera”, il critico televisivo Aldo Grasso, non un ideologo della sinistra, è stato molto critico con i vertici di viale Mazzini sulla decisione di rinunciare a Santoro. Lo definisce un «suicidio».
Ho letto le considerazioni di Grasso, però ho letto anche le sue critiche durissime al giornalista: «Si atteggia a Masaniello», «È insopportabile», «Nel tempo si è atteggiato a ideologo unico delle nostre coscienze». Grasso scrive anche questo. E poi stiamo parlando di una trasmissione del servizio pubblico. Quindi, dato che gli abbonati alla Rai sono 16 milioni e che si presume che almeno la metà non sia antiberlusconiana, se “Annozero” si trasferisce armi e bagagli su un’emittente privata alla fine accontenta tutti.