Matteoli: «Sui referendum paura e fandonie»
Ultime battute di propaganda referendaria. Esce di tutto. Berlusconi non va a votare, Napoletano invece sì (perché lui, ovviamente, è il paradigma del bravo cittadino). Red Ronnie sostiene che la Moratti voterà contro il nucleare. La sinistra – compatta come sempre – inscena spettacoli e campagne multimediali e chiama a raccolta le armi di istruzione di massa, cioè conduttori, attori e cantanti.
A destra, ovviamente, regna la confusione e la gara a smarcarsi e farsi prigionieri da soli. Infine è passata la linea della “libertà di coscienza”. Quindi, ognuno ha la sua.
Così il ministro alle Infrastrutture Altero Matteoli, che, anche per ragioni professionali, ha idee abbastanza precise.
Lei ci va a votare, Ministro.
No.
Perché è contrario ai quesiti?
Sono senz’altro contrario a come sono stati posti. Sono contrario perché, soprattutto oggi, dopo il risultato delle amministrative, la pretestuosità e strumentalità politica della consultazione è quanto mai palese. Acqua e energia, che sono temi importanti, non centrano nulla col voto di domenica.
Vuol dire che la sinistra vuole portare la gene alle urne per esprimere una sostanziale sfiducia nei confronti
dell’esecutivo?
Ma mi pare chiaro. Del quarto quesito, quello sul legittimo impedimento, nemmeno si parla. Vogliono portare la gente alle urne sull’onda emotiva del disastro giapponese,sulla paura che un giorno qualche catastrofe nucleare si abbatta anche su d noi, per raggiungere il quorum e marcare un altro punto contro la Maggioranza.
Non è giusto aver paura del nucleare?
Guardi, lo sanno tutti che quello dell’energia è il principale problema del sistema Italia. Con quella che produciamo noi non ci si manda avanti la realtà produttiva. L’energia che ci manca la compriamo dai PAesi limitrofi che la producono con centrali nucleari che, ovviamente, sono fuori dai nostri controlli di sicurezza. Quindi se ne salta una in Francia il risultato è lo stesso. Per questo la nostra bolletta costa un terzo più di quella dei francesi. Ed è per questo che noi vogliamo andare avanti con la ricerca – che durerà almeno altri quindici o vent’anni, perché avendola bloccata con il vecchio referendum siamo rimasti indietro anche rispetto alla Slovenia – e tra vent’anni, quando la tecnologia sarà molto più avanzata, potremo costruire centrali nostre col massimo della sicurezza. Ma se perdiamo altri vent’anni e pensiamo che risolveremo il problema con l’eolico o l’energia solare, i nostri nipoti andranno in giro coi carretti.
E nei prossimi venti anni allora?
Continuiamo come adesso, migliorando col tempo, con un mix di fonti energetiche. Continueremo ad acquistare energia prodotta da altri con le centrali e noi utilizzeremo l’eolico, il carbone pulito e altr fonti. Ma interrompere la ricerca significa affossare l’Italia.
Chiaro. E sulla privatizzazione dell’acqua.
Guardi, io sono sconcertato dal livello di mistificazione che ha raggiunto la propaganda su questo punto. Dire che la legge Ronchi privatizza l’acqua è falso come dire che il cielo è fatto di brillantini. Il fatto che in Italia sia imbossibile far sopravvivere la verità dinanzi ad una campagna di menzogne è sconcertante. Basta leggersi il testo per capire – a meno di patente malafede – che si tratta di consentire ai privati di partecipare a bandi pubblici per la gestione del servizio di distribuzione di un bene – l’acqua – che è e resta pubblico. Come dire che se uno fa gestire a un privato le rotaie dei treni si è venduto i passeggeri. In molte aree, con la rete idrica attuale, c’è una perdita di acqua dalle condutture che arriva al cinquanta per cento. E’ questa la rapina del bene pubblico. Metà dell’acqua finisce persa eppure la paghiamo tutta. Perché nei decenni passati non si è fatta la necessaria manutenzione. Ora noi – rispondendo ad una indicazione dell’Unione europea – consentiamo alle amministrazioni di valersi, per la manutenzione e il servizio, di agenzie private.
Ma se un’amministrazione la gestisce bene la rete idrica perché obbligarla a fare un bando?
Al bando possono partecipare anche i soggetti pubblici. Se vincono il bando la gestiscono loro. Siamo alla totale malafede. Non so cosa si debba fare dinanzi ad una tale disonestà. E la cosa peggiore è che di questa propaganda meschina cadono preda anche molti del centrodestra, che invece che leggersi le leggi si informano sui giornali di sinistra o sulle agenzie di stampa.
Vuole dire qualcosa anche sul legittimo impedimento?
Io sì. Mi sembra che la sinistra un po’ di meno. Se gli italiani avessero il dirittodi essere correttamente informati e sapessero che si sta facendo leva sulle loro paure per far passare il voto contro il legittimo impedimento a votare ci andrebbero meno volentieri. Magari glielo dicessero che vogliono un referendum pro o contro il governo, così almeno gli elettori del centrodestra non ci cascano.
Il legittimo impedimento secondo me è logico. Uno non può governare – malgrado gli elettori l’abbiano scelto – se deve correre di continuo dietro a ogni pretore o magistarto che ti fa un provvedimento. Come si fa a lavorare per il Paese?
Ma non è una specie di immunità?
Assolutamente falso anche questo. Finito il mandato ricevuto dagli elettori si va a processo, se si deve. Perché non c’è più impedimento legittimo. Vede? un’altra bugia…