«Ecco la mission del nuovo Partito del Sud»
Un grande partito per il Mezzogiorno in grado di incidere sull’azione di governo con lo scopo di far diventare una buona volta la «questione meridionale» una «questione nazionale». Questa la mission del nuovo soggetto politico promosso dalla leader di Io Sud, Adriana Poli Bortone, in “partnership" con Gianfranco Miccichè di Forza del Sud e Arturo Iannaccone di Noi Sud. Questo nuovo soggetto politico vedrà il suo battesimo questo pomeriggio alle 18.30, presso l’hotel Palace a Bari, dove sarà dato il via alla Costituente che delineerà un percorso comune di tutti i partiti, i movimenti e le associazioni che si battono per il riscatto del Sud.
Come mai l’idea di lanciare questa sorta di task-force tra le vari componenti “meridionaliste"?
Gia dal 2009 mi resi conto che né nel Pdl né nella componente degli ex An né nel governo c’era grande sensibilità per i problemi che mi stavano a cuore per rilanciare il Mezzogiorno, così come mi era stato insegnato dalla grande scuola politica di destra cui appartengo. Io posi in agenda la questione meridionale ma fu puntualmente messa da parte. Essendoci dunque un grande spazio politico da coprire, decisi di mettermi in proprio e il 14 febbraio di quell’anno nacque Io Sud.
Da allora sono passati tre anni. Cos’è cambiato?
C’è stata una lunga marcia attraverso campagne elettorali che ci hanno messo in grande affanno. Tra l’altro abbiamo resistito a molte “negatività".
Le hanno messo parecchi bastoni tra le ruote?
Altroché. Siamo passati dalla fase degli “infiltrati", che avevano lo scopo di non farci crescere, alla vicenda della mia mancata candidatura alla Regione Puglia, sulla quale pose il veto il ministro Fitto. Con l’anomalia che invece lui, un ministro della repubblica, un suo partito ce l’ha. Un’assurdità che è stata giustificata solo con il fatto di poter così meglio intercettare il malcontento all’interno dell’elettorato del Pdl. Io invece fui cacciata dalla Giunta comunale dal sindaco, che tra l’altro era stato il mio vicesindaco.
Di qui la necessità di un nuovo partito?
Sì, perché da allora sono nate altri soggetti, da Noi Sud, che è un sottogruppo alla Camera, a Forza del Sud che viene dall’esperienza del Pdl siciliano. Ognuno da solo non può avere una forza dirompente. Unendoci, oltre ai 14 tra deputati e senatori, possiamo contare su una diramazione sul territorio attraverso sindaci e amministratori a tutti i livelli. Così abbiamo ragionato sul tipo di percorso comune da intraprendere e oggi presenteremo un documento base, una bozza aperta in attesa di una grande convention l’autunno prossimo.
Chi avete invitato oggi pomeriggio?
Tra gli altri Pasquale Viespoli, che è il presidente al Senato del gruppo Coesione nazionale Io Sud. Da meridionalista di alta scuola crede nella nostra “mission", ossia non può esserci unità nazionale senza partire dall’attenzione ai problemi del sud dell’Italia. Hanno aderito il gruppo di Lettieri, Liberi per il Sud, che non è entrato nel Pdl; il partito tradizionalista cattolico di Tommaso Romano, il partito di consumatori di Rocco Monaco, Orgoglio e dignità di Mimmo Convertino, il sindaco di Cirò Marina, Mario Caruso e altri che presenteremo oggi.
Come vi porrete rispetto al Pdl?
Noi ci poniamo in maniera equidistante da entrambi, Pdl e Pd, perché vogliamo misurare sugli obiettivi reali la distanza o la vicinanza a uno dei due poli. Non si possono fare alleanze senza sapere quali patti saranno rispettati.
E nei confronti del governo?
In posizione dialettica. Per esempio già con questa manovra la nostra collaborazione ci sarà, ma pretendiamo anche disponibilità da parte del governo su interventi concreti riguardo alla perequazione infrastrutturale e all’agricoltura del Mezzogiorno. Non ci sono solo le quote latte del Nord! Il fatto di dover approvare la manovra in tempi record, non significa che rinunciamo ad insistere perché ci sia un’attenzione concreta per il Sud. Insomma, non sarà certo la fretta di queste ore a farci chiudere gli occhi.
Come reagirà la Lega?
È un problema del governo.
Ma volete fare da contraltare al Carroccio?
No. Se si legge l’articolo 1 dello statuto di Io Sud si vede che noi vogliamo l’unità d’Italia in un sistema di regioni federate tra loro e non la secessione.
Con Angelino Alfano alla guida del Pdl cambia qualcosa per voi?
È un problema interno al Pdl, se e quando deciderà di trovare una formula corretta per dare compiutezza alla volontà della base. Per adesso c’è poca chiarezza. Per il resto Alfano è un uomo che viene dal Sud e i problemi del Sud li conosce bene. Valuteremo, non saremo chiusi a priori.
Per cosa vi batterete?
Per le infrastrutture, il potenziamento degli aereoporti, degli interporti, delle autostrade. Anas e Trenitalia soldi dal governo ne ricevono. Eppure quando torno a Lecce in vagone letto vedo un’incuria assoluta, dall’aria condizionata che non funziona alla moquette strappata, come se si andasse in un mondo di serie B. Per andare da Lecce a Reggio Calabria bisogna far due cambi e il porto di Brindisi che era il principale snodo turistico per gli imbarchi verso la Grecia, ora è rimasto con sole due compagnie di traghetti per questo servizio. In ultimo ci batteremo perché non vengano sottratte risorse al sud come quelle dei fondi europei con la scusa che tanto verranno usate male…
Come mai non si è fatto nulla?
Anche per la debolezza di chi dovrebbe rappresentare il Sud in Consiglio dei ministri ma non riesce ad imporsi.