«Sì, la questione morale è un problema. Ma del Pd…»

6 Lug 2011 20:46 - di

Un pazzo, un mitomane, un invasato, chissà. Maurizio Gasparri forse sospetta di un muratore quando commenta ironicamente «… e forse scopriremo che erano calcinacci…». Intanto, però, la sua segretaria che ha aperto la busta contenente polvere bianca e un biglietto di minacce spedite nel suo ufficio di Palazzo Madama, s’è presa un bello spavento: «L’hanno portata in ospedale per accertamenti, ha fatto controlli, esami. Non voglio enfatizzare questa cosa, sono abituato a ricevere tante lettere di complimenti, insulti e minacce poche, non ne farei una tragedia…», scherza ancora il capogruppo del Pdl al Senato, che poi si fa serio: «Queste cose non vanno in ogni caso sottovalutate, le indagini vanno fatte. Dico solo che nel Paese c’è un clima di odio e di astio politico fomentato dall’antipolitica, dai Grillo, dalla rete, da chi a sinistra ha atteggiamenti tolleranti nei confronti di chi va in giro a seminare violenza, come in Val di Susa..».

La solidarietà è stata bipartisan, però. Perfino l’Idv ha espresso una timida vicinanza.

Vero, ringrazio tutti, anche gli esponenti dell’opposizione. Il confronto in Parlamento è serrato, spesso duro, ma posso dire che nelle sedi istituzionali c’è rispetto e questo mi fa piacere.

Le minacce arrivano a pochi giorni dagli scontri per la Tav e nel mezzo delle polemiche sulla Finanziaria, C’è un nesso?

Il clima sicuramente non è sereno. Il passaggio della Finanziaria è molto delicato, questa manovra va spiegata bene agli italiani, bisogna confrontarsi con gli enti locali, le parti sociali. A parità di saldi, come ha detto Tremonti, in Parlamento e fuori auspico un confronto a tutto campo, senza mai perdere di vista l’obiettivo del risanamento dei conti e la difesa dell’Italia dai rischi di crack finanziari che hanno già coinvolto altri paesi.

Si poteva evitare quella falsa partenza sul lodo Mondadori?

Sì, è stato un errore, per lo strumento utilizzato nell’introdurre quella norma e per la tempistica. Nel merito, invece, credo che quella norma avesse una sua ratio, perché il principio che un’azienda non debba provvedere a un risarcimento fino a sentenza definitiva è giusto.

Ma lei ha capito di chi era la manina che ha inserito la norma in Finanziaria?

No e non mi interessa la dietrologia, di sicuro non c’è stato alcun confronto con i gruppi parlamentari su quei commi. Però, ripeto, la norma stabiliva un principio validissimo.

Alla festa di Mirabello ci sarà il debutto del segretario del Pdl Alfano. Che novità porta con sè?

Quella che mi piace sottolineare è che con lui si lancia un messaggio sul futuro del Pdl: ci sarà anche domani, sarà il baricentro stabile del centrodestra, rafforzerà il bipolarismo, deciderà l’alternanza della leadership. Il mio sogno è che un giovane che oggi arriva a Mirabello possa in futuro potersi candidarsi alla guida del partito. Un po’ com’è accaduto ad Alfano, che ha fatto tutta la trafila, dal basso, partendo da Agrigento, fino ad arrivare alla nomina a segretario del Pdl. Che tutto questo venga spiegato e analizzato per la prima volta a Mirabello, luogo storico della destra, mi pare significativo.

Non c’è il rischio che si trasformi in un appuntamento degli ex An, più che del Pdl?

Al contrario, come dimostrano gli inviti, Mirabello vuole essere proprio il luogo in cui si esprimono le tante anime del Pdl.

La frase di Alfano sul partito degli onesti, pronunciata al Consiglio nazionale del Pdl, l’ha sorpresa?

No, anzi, ho apprezzato il coraggio e la chiarezza di Angelino, che ha detto in modo categorico come la persecuzione giudiziaria di Berlusconi non debba essere un alibi per i comportamenti individuali dei nostri esponenti. La questione morale rientra nella tradizione politica di destra, non altrettanto si può dire per la sinistra, che a quanto pare in questo periodo lezioni proprio non ce ne può dare.

Si riferisce agli scandali che vedono coinvolti i collaboratori di Bersani e D’Alema?

Non le pare che la questione morale della sinistra sia un po’ sottovalutata dai media?

D’Alema ha querelato “Il Fatto quotidiano”, in passato aveva protestato per alcuni articoli dell’“Unità”, prima dell’addio della De Gregorio: è in atto un corto circuito tra informazione e politica, in quell’area?

Sicuramente il sistema che gravita intorno a D’Alema è da approfondire, credo che abbia molte cose da spiegare, sarebbe bellissimo avere le registrazioni delle sue chiacchierate, invece si leggono sempre e solo quelle nostre, anche quelle del tutto irrilevanti. Per carità, vale la presunzione d’innocenza per tutti, anche a sinistra, ma sarebbe interessante capire meglio che succede anche da quelle parti. Qualcosa, nelle ultime inchieste, anche quella sulla P4, mi pare che inizi a venire fuori.

Nel centrodestra la patata bollente risponde al nome di Alfonso Papa. Lei che idea s’è fatto?

Alcuni suoi comportamenti non sono in linea con quello che io considero lo stile adatto a un esponente politico, ma certo l’inchiesta che lo riguarda non mi entusiasma. Non so cosa voteranno i miei colleghi alla Camera, la mia idea è che si debba avere un comportamento più sobrio: se serviranno regole più severe nel Pdl, ne discuteremo, senza problemi, la mia linea è di non fare sconti a nessuno, ma neanche di coltivare pregiudizi. Vorrei solo che l’opposizione, prima di farci la morale, guardasse meglio in casa sua.

Il centrosinistra e il Pd, questioni giudiziarie a parte, s’è spaccato su legge elettorale e province.

Li vedo in grande confusione, basta una questione come quella della Tav per metterli gli uni contro gli altri, ma anche sul tema delle riforme mostrano divisioni profonde: francamente in queste condizioni non so come possano proporsi come un’alleanza di governo credibile.

Coltiva sempre la speranza che l’Udc possa aprire un tavolo di discussione con il Pdl, in vista di un progetto comune?

Mi pare che anche per loro il confronto sia ineludibile, al di là del dibattito quotidiano, mi aspetto una riflessione matura e serena su come creare un’alternativa vincente alla sinistra.

Crede che la presenza di Fini nel Terzo polo sia un ostacolo?

Vediamo, per il momento le posizioni di qualche singolo esponente di Fli, come Urso e Ronchi, mi sembrano segnali positivi.

Commenti