Franceschini ha una realtà parallela
Franceschini, giorni fa – con il governo andato sotto alla Camera sul verde pubblico – ha fatto un lungo intervento spiegando che la maggioranza era irrimediabilmente in rotta, il rapporto con la Lega irreversibilmente compromesso (una volta gli danno dei criminali eversivi e la volta dopo li invitano a cambiare fronte) e dava – nuovamente – per certo che il governo sarebbe caduto a giorni. Abbiamo già fatto notare in passato che si tratta di un refrain che risuona dall’inizio della legislatura, profezia che non si realizza ma che – ripresa pedissequamente dalla stampa ricca e di sinistra – contribuisce alla sfiducia dei “mercati” per l’Italia. La crisi non è “colpa” di questo governo, è nata dai mercati nel 2008 e paradossalmente ha investito noi meno e in ritardo. Le crisi sono due, ce n’è stata una ulteriore nel 2010 che è quella che stiamo combattendo e che investe tutta la zona euro. La manovra volta al pareggio di bilancio nel 2013 è stata giudicata valida dalla Ue e dalla ragioneria della Stato. Oltre alla manovra bisognerà aggredire il debito che abbiamo ereditato e adottare misure per lo sviluppo. Il nostro sistema produttivo è fermo a 50 anni fa. Dobbiamo cambiare accesso al credito, relazioni industriali, costi di produzione. Abbiamo bisogno di altro tempo e di una vera rifondazione dello Stato. Perché alla fine il problema strutturale è sempre lo stesso: al di là della retorica, a credere veramente nell’Italia siamo davvero in pochi.